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giovedì, 18 Aprile, 2024

Milano e dintorni: i contrasti di Forza Italia

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I sondaggi degli ultimi giorni danno Forza Italia in caduta libera su tutto il territorio nazionale. Su Affari Italiani si vede crollare Forza Italia sotto le due cifre, cioè tra l’8% e il 9%. Salgono Fratelli D’Italia e addirittura il nuovo movimento di Fitto. Il Nuovo Centro destra di Alfano è ormai in liquidazione. Ma tornando a Forza Italia il suo tracollo è dovuto principalmente a due fattori: il primo è la totale mancanza di meritocrazia per cui esiste un’insieme di personaggi, arrivati dove sono perché unti, che tragicamente cercano di non perdere il posto bloccando tutto il partito; il secondo motivo è tutto interno, perché è un continuo di aggressioni tra i vari esponenti del mondo forzista.

Un esempio lampante è la situazione di Milano e provincia, dove tutti i giorni i vari esponenti passano il tempo ad attaccare il coordinatore cittadino Giulio Gallera quando si parla di candidato sindaco o in altri giorni Mario Mantovani perché si occupa di sanità in modo deciso e concreto.

Il vero problema di Gallera e Mantovani per alcuni consiglieri comunali, o regionali, o diversi esponenti azzurri è che sono due uomini indipendenti; cioè hanno raggiunto le posizioni che occupano grazie al loro lavoro e ai loro voti. Questo in Forza Italia crea enormi problemi perché entrambi forti della loro indipendenza sono difficilmente controllabili e gestibili rispetto a decisioni prese ai piani alti, e non parliamo dei problemi che creano ai piani bassi.

Negli ultimi giorni, ad esempio, in consiglio comunale i consiglieri Rizzi e Mascheretti, invece di occuparsi di aiutare il partito portato avanti solo da Gallera, hanno attaccato lo stesso coordinatore, cioè Giulio Gallera, perché ha troppe incompatibilità tra cui quella di coordinatore di Forza Italia Milano rispetto ad altri incarichi in Regione. Se Gallera fosse stato nominato coordinatore da Roma potrebbe starci, ma c’è un piccolo problema e cioè che è stato eletto in un congresso e alle Regionali è arrivato tra i primi; non solo, ma, da voci di corridoio, Giulio Gallera in vista del prossimo congresso cittadini di Milano avrebbe la maggioranza dei voti. Quindi che cosa si fa nel partito della meritocrazia, semplificazione, della libertà e dell’impresa, del libero mercato? Visto che Forza Italia in questi tempi perde consensi e naviga nei debiti, si attacca pubblicamente il coordinatore cittadino. Questo non è stato un isolato episodio. Ricordiamo anche quando su tutti i giornali milanesi qualche tempo fa andò in onda il teatrino dei consiglieri comunali per il posto di capogruppo. Neanche la sinistra di questi tempi è riuscita a fare peggio.

Nessuno mette in dubbio che ci possano essere delle divergenze politiche nella gestione del partito, nel programma o nelle idee, ma queste andrebbero risolte negli uffici del partito o nelle sale dei gruppi consiliari, e le questioni del coordinatore si risolvono nel congresso; questo se fosse presente una classe dirigente che prima di tutto pensa al partito. Ma oggi forse non è così e la gente lo capisce benissimo e cosi Forza Italia scivola sotto il 10%. La prima responsabilità è di chi rappresenta il partito nelle sedi istituzionali. Mentre il PD, anche nelle diverse problematiche che avuto e che ha, è stato capace di portare a Palazzo Chigi un giovane come Matteo Renzi, il centro destra si perde in beghe di incarichi o ruoli istituzionali inutili bloccando il rinnovamento e la ripresa di Forza Italia.

Una faccia non è nuova per questioni anagrafiche o perché imposta da qualcuno ma perché ha le capacità e i numeri per emergere, quello che Gallera e Mantovani hanno e in molti in Forza Italia non hanno. Alcuni esempi si vedono anche a livello nazionale e il caso di Andrea Bernaudo che porta avanti la più santa delle battaglie per il movimento liberale, cioè l’abolizione del “solve et repete” a difesa delle partite IVA, che rappresentano più di quattro milioni di piccole imprese. Visto, però, che sia lui che il suo movimento è ricco di persone competenti, capaci e soprattutto battagliere meglio tenerli ai margini già si fa fatica a gestire quei pochi capaci all’interno del partito…

Max Buonocore

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