di Endimion
Ancora siamo qui a domandarci se Luigi Di Maio, al secolo “il bibitaro”, per gli amici “Giggino”, professione Ministro degli Esteri, sia davvero incompetente in tutto oppure reciti una parte.
Non sa l’inglese e gira il mondo con trenta persone di staff, va in tv e ad una domanda più complicata risponde in modo qualunquistico, non sapeva che il Governo avesse pagato il riscatto per Silvia Romano, è stato costretto a dimettersi da capo politico del Movimento 5 Stelle perché pensava di avere in mano una sede di partito di un piccolo paese, e il resto vien da sé.
In un paese normale, uno come Di Maio sarebbe segretario in qualche studio di basso livello o a pulire i cessi per un’azienda di servizi; non ci si può capacitare di come Giggino sia riuscito in questa escalation. È vero che siamo l’Italia e in politica non ci capiamo un cazzo, ma avere come ministro uno così vuol dire proprio volerci male e assecondare le pretese di un ignorante; stupido chi gli ha dato fiducia, furbo lui ad agguantare l’opportunità.
Mai con il Pd e ci ha fatto un’alleanza, mai un inciucio e poi è diventato il tessitore, prima no tap e poi sì tap, le mille posizioni sul caso Bibbiano, prima no Mes poi sì Mes, prima sì espulsioni e poi tutti restano dentro perché altrimenti si perde voti; in sintesi, un uomo che non sa neanche dove si trova e cosa fare se non è consigliato da Casaleggio o Grillo.