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venerdì, 19 Aprile, 2024

Lotta allo spreco alimentare: è nato Botto, device per non buttar via il cibo degli ortomercati italiani

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di Martina Grandori

La lotta allo spreco alimentare vuol dire anche sostenibilità, l’Italia con le sue 270 tonnellate di cibo sprecato è la peggiore in Europa. A dirlo è il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea che con il nuovo metodo di ricerca, ha identificato i due momenti del ciclo alimentare in cui lo si disperde maggiormente: il pre-consumer waste, ossia quello che si verifica prima della vendita ed il post-consumer waste dopo la vendita generato dal consumatore finale. I dati parlano di 67 kg di alimenti per abitante (fonte Coldiretti), per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate di spreco. Le conseguenze, a cui quasi sempre non si pensa mai, hanno ripercussioni a cascata sull’economia globale, il 17% di quanto viene prodotto nel mondo, di fatto poi, non viene consumato. Un problema molto complesso nella sua gestione, molte start-up cercano di individuare soluzioni a livello di blockchain, di dare un contributo per migliorare la situazione a favore di chi il cibo non ce l’ha. Fra queste OpenDot, start-up che ha inventato Botto, device tecnologica simile ad un telecomando giallo banana, concepito per essere un canale di comunicazione fra grossisti e produttori locali. Un modo di fare rete con l’Associazione Recup, progetto solidale che opera nei mercati delle città per combattere lo spreco alimentare e l’esclusione sociale e che permette di recapitare cibo fresco in contesti di fragilità. Ma come funziona Botto? Si tratta di una chat Telegram collegata alla piattaforma ReflowOS, a sua volta collegata con la Croce Rossa Italiana che praticamente in tempo reale – circa mezzo’ora – è in grado di raccogliere la merce e a sua volta ridistribuirla alle comunità in difficoltà, in cinque giorni con Botto sono stati raccolti 9500 chilogrammi di frutta e verdura riconsegnati e non sprecati. Il tutto con un semplice click, un processo che vuole ancora crescere e diffondersi (basti pensare che fino a un anno fa si annotavano le eccedenze di merce su fogli di carta). I prossimi passi sono già stabiliti:continuare la fase di test con altre realtà ed esportare il potenziale di Botto anche fuori dalla filiera alimentare, ci sono molti altri scarti che posso essere donati e riutilizzati, il focus di OpenDot è ora concentrato sulla filiera tessile e di materiali edili.

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