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martedì, 8 Ottobre, 2024

L'ANALISI: L'ITALIA DI RENZI. Il panorama post-elettorale. Prima parte

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Non so se sia solo una mia impressione oppure possa anche essere la vostra, ma mi pare di essere di fronte ad una “ubriacatura” nei confronti di Renzi. Giornali, TV, radio, social network tutti a commentare questo signore. Certo, anche se in termini assoluti ha riportato il P.D. al minimo di voti consueto, in termini percentuali ha esondato dalla sua area tradizionale. Tutto ciò, però, a me pare eccessivo, in quanto non mi sembra che i suoi meriti siano tali da giustificare tutto questo entusiasmo e riteniamo che la stampa e la TV siano generalmente particolarmente proni nei suoi confronti.

Se dunque ci atteniamo ai fatti, come avevo previsto, i famosi € 80,00 sono per molti teorici. Come potete constatare nella figura qui accanto, abbiamo trovato in rete questa busta paga, probabilmente di un dipendente che ha diritto al bonus, ma che, per fascia di reddito, ne ha diritto in maniera marginale. Tuttavia da € 80,00 a meno di € 14,00 è un bel salto logico e dimostra che non a tutti perverranno nella misura tanto decantata.

Oltretutto, non comprendiamo come mai non sia stata ridotta la tassazione strutturalmente, ma si sia ricorsi a questa soluzione, che puzza tanto di regalia, concessione magnanima di questo Stato, una mediazione inutile, quando un semplice abbassamento sarebbe stato sufficiente. Forse perché sanno che non potranno mantenerlo? Il sospetto è fondato, in quanto è recente la notizia, sia pure in maniera soft, che la U.E. ha bocciato il Governo Italiano.

Il testo della Commissione in origine prevedeva la frase: «L’esenzione richiesta dall’Italia di deviare dal percorso verso l’obiettivo di medio termine non puo’ essere concessa perché il rischio a causa del rischio di non rispettare il parametro di riduzione del debito/pil», che reputo essere equivalente ad una bocciatura, poi le raccomandazioni finali, dopo discussioni tecniche e politiche, è uscita edulcorata, forse anche perché l’Italia non è l’unica a navigare in acque perigliose, essendo in compagnia di Slovenia e Croazia.

La cosa curiosa, se vogliamo dir così per carità di Patria, è che al tweet del ministro Padoan (inglobare, per cortesia, questo link in Padoan) https://twitter.com/PCPadoan nel quale affermava «La Commissione Ue apprezza riforme italiane. Debito alto, lo sapevamo: acceleriamo riforme e privatizzazioni per ridurlo in modo sostenibile», ha fatto eco il commento del Vice-Presidente Olin Rehn, il quale ha rilevato: «È importante sottolineare che rinviare il raggiungimento degli obiettivi di medio termine non pone l’Italia in una buona posizione nei confronti delle regole che ha sottoscritto».

Come avevamo già scritto, passate le elezioni, dunque i nodi vengono al pettine e le chiacchiere di Renzi stanno a zero. Quindi gli ottanta Euro stile “una scarpa prima ed una dopo le elezioni” ha funzionato elettoralmente, ma non nella pratica, come abbiamo visto; gli annunci senza seguito effettivo non hanno incantato la Comunità Europea, la quale, anzi, se mai ci fosse stato un dubbio, chiede di valutare entro l’anno gli effetti delle riforme del mercato del lavoro, per studiare eventualmente ulteriori interventi e, siccome, aggiungo io, non si fida, chiede che sia presentata «una tabella di marcia dettagliata degli interventi entro settembre 2014» .

Sempre nel 2014, per l’Europa il carico fiscale va «trasferito ulteriormente» dai fattori produttivi «ai consumi, ai beni immobili e all’ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio». Questa cosa, francamente, mi lascia perplesso, perché anche l’Europa parla di tasse, soprattutto in un mercato interno depresso come quello Italiano e non comprendiamo come sia possibile pensare di ridurre ulteriormente la domanda interna come effetto della richiesta di aumentare le tasse sui consumi e sugli immobili. Sarebbe, mi pare, più logico chiedere la riduzione delle uscite, quindi operando dei tagli strutturali.

Come sopra mercato, alle uscite di Renzi che aveva fatto delle proposte in sede Europea, Steffen Seibert, portavoce del Cancelliere tedesco, Frau Merkel, ha risposto dicendo che «Per il governo tedesco è un buon consiglio attenersi alle regole stabilite insieme, e questo riguarda anche patto di stabilità e crescita». Quello che non solo Renzi, ma un po’ tutta la classe politica Italiana sembra non voler comprendere, è che il deficit di credibilità che ha l’Italia nei confronti delle altre Nazioni, nasce dal vizio antico di voler trovare delle scorciatoie, di non voler mantenere la parola data per proprio tornaconto o incapacità.

Quando la nostra Nazione metterà in pratica il detto latino: “pacta servanda sunt” (i patti vanno rispettati), forse allora potremo sperare, almeno qualche volta, di poter ridiscutere certe condizioni che, lo ricordiamo, abbiamo liberamente sottoscritto. C’è chi parla, dunque, di una manovra di un aggiustamento autunnale per ca. 9 miliardi che, (un caso?), più o meno corrisponde al valore del famigerato bonus. Così fosse, secondo noi sarebbe la conferma che questa misura è stata fatta senza copertura. Non solo, ma grazie al fatto che il Governo ha dato mano libera ai Comuni, tra Tasi ed addizionali Irpef, per esempio a Roma si aspettano un esborso che potrebbe anche essere mediamente di € 1.500.

Sono quasi certo che la Giunta Milanese non vorrà essere da meno, visto che il bilancio preventivo 2014 non mi risulta, per la seconda volta, essere ancora stato approvato, proprio, riteniamo, in attesa di sviluppi “positivi” per la casse del Comune e meno per quelle dei cittadini. (Anche qui, ci domandiamo se il fatto di consentire ai Comuni una maggior possibilità di aumento delle tasse, rispetto a quanto previsto antecedentemente, non sia affatto un caso, posto che la maggior parte delle Amministrazioni locali sono in mano al P.D. . Questo, però, non è un conflitto di interessi?) Giovedì, continuerò esaminando altri aspetti dell’Italia post-elettotale sotto il Governo Renzi.

Fabio Ronchi

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