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giovedì, 28 Marzo, 2024

La chirurgia estetica dell’orrore. Alessia Ferrante, morta durante una liposuzione.

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di Veronica Graf

La notizia della morte prematura di una trentasettenne pugliese ha suscitato incredulità, commozione e sconforto, 

È deceduta nella serata di venerdì 10 aprile, Alessia Ferrante, nota per la sua attività di collaborazione con cliniche chirurgiche, era molto conosciuta anche grazie ai social ed era solita muoversi tra Bisceglie e Milano.

Le circostanze del decesso, dovuto a quanto pare ad un arresto cardiocircolatorio, saranno vagliate dalle autorità. La donna si sarebbe sottoposta a un intervento di liposuzione in uno studio di chirurgia plastica privata a Monopoli. Qualcosa evidentemente è andato storto, i Carabinieri hanno avviato un’indagine e sequestrato alcune attrezzature della clinica con l’obiettivo di ricostruire e accertare cosa sia successo. 

La salma di Alessia è stata trasportata al cimitero di Monopoli, a disposizione dell’autorità giudiziaria, e la procura di Bari ha aperto un’inchiesta – atto dovuto – e disposto l’esame autoptico. 

Alcune indiscrezioni dicono che vari chirurghi, precedentemente, si erano rifiutati di procedere  con questa liposuzione e che vedendo gli esiti degli esami della Ferrante, le avessero detto che innanzitutto non era necessario e che, oltretutto, gli esami non erano idonei. Sembrerebbe che l’intervento sia stato effettuato in semplice anestesia locale e quindi non con la totale, senza addirittura la presenza di un reale anestesista e senza presenza di dispositivi per la rianimazione.

Il chirurgo in questione è indagato per omicidio colposo. Non è ammissibile che si possa morire in ambulatorio per un’operazione di chirurgia estetica. E la giustizia, anche se sarà fatta, non potrà riportare tra noi Alessia.

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