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sabato, 20 Aprile, 2024

Italia del Riciclo edizione 2020: emergono nuovi problemi causa pandemia

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di Veronica Graf

Nel nuovo rapporto 2020 di Fise Unicircular (Unione Imprese Economia Circolare) e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile “L’Italia del riciclo”, patrocinato del Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra, fornisce una prima panoramica degli effetti della pandemia sulle attività connesse al riciclo dei rifiuti urbani e speciali in Italia, sulle misure adottate e sulle proposte per uscire dalla situazione emergenziale. In aumento, la raccolta differenziata per gli imballaggi, cala il ricorso alle isole ecologiche. “Le imprese chiedono semplificazione a aiuti”. L’emergenza sanitaria ha avuto effetti anche sulla gestione dei rifiuti, ma il sistema è riuscito a tenere, evitando crisi, e mostrando capacità di adattamento e continuando a garantire le diverse fasi di raccolta, trattamento e riciclo. E’ questo il quadro che emerge dal rapporto Nel 2020 – viene spiegato – sono aumentate le raccolte differenziate domestiche degli imballaggi, mentre hanno registrato un brusco calo quelle alle isole ecologiche (in particolare i rifiuti elettrici ed elettronici) e quelle legate alle attività industriali e commerciali; ed è per questo che le imprese, “per centrare gli obiettivi di economia circolare fissati a livello europeo”, chiedono una “semplificazione amministrativa e normativa e misure di sostegno al mercato dei prodotti riciclati, da attivare anche sfruttando i fondi che arriveranno nei prossimi mesi con il piano Next Generation Eu”.
Il mercato viaggia con il freno a mano tirato per le materie prime e per gli investimenti. In particolare l’impatto Covid-19 – in base all’indagine condotta tra settembre e ottobre 2020 – ha permesso la tenuta della raccolta differenziata degli imballaggi domestici; mentre sono diminuiti l’organico (del 15%) per il crollo della ristorazione e del turismo, i rifiuti speciali di origine industriale, delle costruzioni e del commercio. Nell’andamento delle raccolte delle filiere, sommando i dati dei primi quattro mesi del 2020 – compresi i due mesi di lockdown – si è registrato rispetto allo stesso periodo del 2019 un incremento di oltre il 7% della differenziata dei rifiuti d’imballaggio domestici anche per l’aumento del commercio online: più 5-6% per vetro e plastica, più 10% per carta e acciaio. Riduzioni importanti (più del 10%) per le filiere collegate alle isole ecologiche. Nel periodo giungo-agosto 2020 tutte le raccolte differenziate sono tornate a crescere grazie alla riapertura delle attività. Ma le ripercussioni più pesanti si sono registrate sulla riduzione degli sbocchi esteri, come chiusure e rallentamenti doganali, e di quelli nazionali; cosa che ha determinato un crollo della richiesta di materie prime riciclate. “È necessaria – evidenzia Paolo Barberi, presidente di Fise Unicircular – una rapida definizione dei decreti nazionali per le diverse filiere ‘end of waste’ e la semplificazione delle procedure di controllo sulle autorizzazioni. Carenze di dotazione impiantistica, soprattutto per la frazione organica e la frazione residuale non riciclabile, e la necessità di nuove tecnologie di riciclo per alcune tipologie di rifiuti sono i problemi maggiori, come anche plastiche miste e alcuni Raee”.

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