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venerdì, 19 Aprile, 2024

Il numero 11 e l’Endecagono Pitagorico

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di Stefano Sannino

Tra tutti si simboli misterico-iniziatici diffusi nel mondo, l’endecagono regolare ed il suo poligono stellato sono forse i meno conosciuti eppure questi simboli, contengono gran parte dei misteri iniziatici di diverse correnti, rappresentando concetto fondamentali quali la trascendenza dalla perfezione, l’annichilimento dell’Io, il ritorno allo stato di Ain [i.e. “vuotezza” cabalista].
Il primo a classificare e studiare l’endecagono fu Pitagora che, insieme alla sua setta, stilò ed analizzò molti dei poligoni regolari utilizzati e riconosciuti ancora oggi. Un endecagono è, dunque, un poligono con 11 lati ed 11 angoli. Secondo Pitagora, il numero 11, nel suo essere composto da 10+1, rappresenterebbe un portale d’ingresso ad uno stato spirituale dell’anima. Questa sorta di interpretazione numerologica è stata poi ripresa da altre correnti misteriche, che hanno più volte confrontato il numero 11 con il numero 10, tradizionalmente associato alla perfezione ed alla completezza in quanto punto di arrivo di tutte le singole cifre. Il numero dieci, qualora scomposto [10=1+0 = 1] è il simbolo della completezza [10] che ritorna all’unità [1], mentre il numero undici, scomposto così [11= 1+1= 2] rappresenta la creazione antitetica, la trascendenza dall’unità cosmica ed il superamento di tutte le restrizioni etiche che possono essere ricondotte alle catene imposte dall’Uno cosmico.

È proprio da questa idea di trascendenza che partì anche Pitagora nella sua analisi, quando scompose l’endecagono in 11 triangoli isosceli ed in 44 diagonali. Anche il numero 44, esattamente come l’undici [notare che 44= 11×4] è un numero maestro, ovvero ha due cifre uguali a comporlo e rappresenta la parte femminile dell’endecagono, appartenendo alla terna pitagorica 33, 44, 55 ottenuta con la moltiplicazione per 11 del triangolo sacro rettangolo 3, 4, 5. È anche interessante notare come sia proprio mediante la moltiplicazione per il fattore 11 che si ottiene la triade pitagorica, alludendo dunque [teoricamente] all’utilizzo dell’11 non solo come portale per il mondo spirituale, ma anche come fattore di trascendenza che mostra il valore intrinseco in ciò che trascendente non è affatto.
Nel formare un endecagono, si possono ottenere 3 poligoni stellati definiti Endecagrammi, ciascuno dei quali è stato utilizzato da certune tradizioni esoteriche per esprimere concetti fondamentali legati alla creazione ed al percorso ascetico dell’uomo. È l’esempio del quarto Endecagramma Pitagorico, divenuto simbolo – per esempio – dei undici anti-mondi qliphotici della Qabbalah lurianica.

Nell’Endecagono e quindi nei tre Endecagrammi, sono nascosti numerosi misteri iniziatici, ma mai al pari di quelli contenuti nella figura che si ottiene, nel tracciare tutte le 44 diagonali dell’Endecagono.
Nella figura ottenuta, è contenuta – o almeno così si dice – tutta la perfetta mappatura dei tunnel qliphotici e dei loro movimenti, oltre a tutti i collegamenti tra i mondi spirituali e quello di Malkuth, nel quale noi viviamo. Inoltre, questo simbolo forma al suo interno tutti e tre gli Endecagrammi, riassumendo quindi nella sua stessa formazione, tutti i singoli significati degli stessi, sublimandoli in un unico simbolo di perfezione trascendente.

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