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mercoledì, 24 Aprile, 2024

IL COMUNE DI LECCO RISCHIA DI ESSERE COMMISSARIATO.

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“Atto dovuto”, questo il mio pensiero appena ho letto la lettera del Prefetto di Lecco rispetto ai ritardi nella rendicontazione di gestione per l’esercizio finanziario 2017 (leggi bilancio consuntivo del Comune di Lecco).

Ma la cosa che da cittadino lecchese mi sorprende e mi preoccupa maggiormente non è tanto quanto rileva il prefetto, ma quanto dichiara nelle premesse “non rilevando a tal fine i motivi della mancata approvazione del rendiconto (se si tratta cioè di una semplice inadempienza ovvero se si sia riscontrata un precisa volontà di non approvarlo).”

Le dichiarazioni rilasciate pare indichino il primo caso, sono state ventilale motivazioni tecniche e complessità nel redigere il rendiconto, come ha dichiarato il dirigente incaricato “tecnicamente siamo di fronte a delle difficoltà, che sembrano fulmini a ciel sereno, ma non siamo mai stati in linea con l’armonizzazione sotto il profilo della gestione e della contabilità economico-patrimoniale”.

Ma i criteri per la predisposizione del bilancio (sempre più simili a quelli di qualsiasi società) sono stati introdotti da un decreto del 2011 e, seppur novellati, con la solita italica proliferazione normativa, fino al 2015, ritengo, pur senza dare colpe a dirigenti e funzionari, nel caso le strutture non siano sufficienti a gestire gli uffici, che ci sarebbe stato comunque tutto il tempo per digerire questo epocale cambiamento.

Ma come mai quindi siamo così in ritardo nel fotografare una situazione consultiva?

Il ritardo è forse dovuto ai residui attivi e passivi e alla loro valutazione (leggi minusvalenze potenziali)? Che quello che il Comune sta cercando di evitare sia che il bilancio venga chiuso con un disavanzo reale e potenziale che di fatto mette in luce una gestione delle ultime legislature non così virtuosa come viene sostenuto da anni?

Spero che i membri dell’organo di revisione economico-finanziaria (leggi il collegio sindacali per le società) possano fornire a me e a tutti i cittadini, in sede di redazione della prevista relazione, una chiara e imparziale motivazione.

Pietro Galli

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