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venerdì, 26 Aprile, 2024

I VETI INCROCIATI FANNO NAUFRAGARE IL GOVERNO GIALLOROSSO. SPUNTA UN DRAGHI ALL’ORIZZONTE

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di Abbatino

Alla fine ha prevalso il personalismo. Due entità diverse ma allo stesso modo uguali. Conte non poteva digerire Renzi tra i ministri, troppo ingombrante, peggio di Salvini, poiché meno consensi del leader leghista, ma più grillo parlante.

Renzi, dal canto suo, dopo essere stato rifiutato come ministro, il cui obiettivo era salvare Italia Viva, non poteva che porre il veto su Conte, quello che non l’ha mai digerito. Quindi, dal cilindro, il presidente Mattarella ha pescato Mario Draghi; già dal nome ricorda un altro Mario, precisamente Monti, che fu una sciagura per gli italiani e una manna dal cielo per i partner europei che misero in ginocchio la nazione. Draghi non avrà il sostegno di un terzo del parlamento, cioè dai grillini a quanto si narra. Parte quindi già zoppo del primo gruppo parlamentare, poi non avrà probabilmente Fratelli d’Italia, altro gruppo meno numeroso del primo, ma già politicamente influente. Il PD è pronto a qualsiasi cosa per non ricorrere alle urne. Rimane l’incognita della Lega e di Forza Italia.

Perché, se il cavaliere dice di sì come è prevedibile, non è così certo che risponda Salvini all’adunata pro Draghi, in versione europeista, come sempre si è presentato. Rimane sul campo però un fatto, direi grave: quando questo paese potrà decidere chiaramente di governarsi con un sistema democratico diretto, senza alchimie o commissariamenti di palazzo. Perché, se la democrazia diretta vale per il sindaco e per il governatore di regione, deve a maggior ragione valere per il governo e il suo presidente. Questo paese rischia di cadere da un lato nel ridicolo rispetto agli altri paesi occidentali, dall’altro nel baratro svendendosi a logiche che non hanno niente a che vedere con la democrazia e il governo del popolo: presidente neppure parlamentare è una iattura. La legislatura dura 5 anni e il governo deve avere un consenso tramite le elezioni per 5 anni; se così non è più, da tempo, dobbiamo davvero interrogarci. Dobbiamo cambiare la costituzione.

 

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