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martedì, 19 Marzo, 2024

I GIOVANI ITALIANI E LA POLITICA, A 46 ANNI DALLA MORTE DI MIKIS MANTAKAS

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di Abbatino
Dopo un anno di pandemia, si può anche lasciare per un momento l’argomento? Perché la vita va avanti e oggi già ci sono segnali poco incoraggianti per le giovani generazioni, tra la DAD e lezioni on line. Una scuola dimezzata senza regole chiare e con tante responsabilità. Ma i giovani di oggi e la politica che rapporto hanno? Un binomio che ha radici profonde come gli ideali che abbracciavano grandi intuizioni filosofiche e metapolitica. Pensare ai giovani di oggi in politica spesso viene da sorridere: più interessante la play station del decreto ristori. Eppure, 46 anni fa i giovani italiani si combattevano nelle piazze e morivano per le strade. Innocenti o colpevoli, ma in piazza per gli ideali che valevano più di un DPCM. Mikis Mantakas, studente greco aderente a giovani universitari di destra, venne ucciso da altri giovani suoi coetanei probabilmente solo perché rappresentava l’altra parte politica, quella sbagliata per taluni; era il 28 febbraio 1975, un altro 28 febbraio rispetto a oggi. Giovani contro i giovani, morivano spesso barbaramente. Altri tempi, gli anni di piombo li definirono. Adesso i giovani muoiono di noia (forse è meglio così ), chiusi in casa o isolati dal contatto a causa del COVID. Passano gl’anni e la gioventù italiana è cambiata con la società dei consumi e con la pandemia. E con la politica che rapporto hanno i giovani con la mascherina? Poco o niente. Certe storie però non sono mai vecchie, passano i decenni, forse sono solo un monito. Per tutti, non solo per i giovani.

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