Questa mattina poco prima delle 9.30 una decina di attivisti di Greenpeace ha attaccato la sede della Rai di Corso Sempione, Milano, cercando di arrampicarsi sulla antenna. Sono peró riusciti arrivare solo ad arrampicarsi sulla tettoia, prima di essere fermati e fatti scendere dai Vigili del fuoco.
Contemporaneamente hanno lanciato secchiate di vernice verde sulle vetrate. In questo momento la zona è presidiata dagli agenti della Polizia di Stato e dai Vigili del fuoco che stanno mettendo in sicurezza la zona, soprattutto per evitare che chi si è arrampicato possa farsi troppo male cadendo di sotto.
Le rivendicazioni
Mentre alcuni versavano la vernice verde sulle porte e sulle finestre della sede della Rai, gli attivisti che si sono arrampicati sulla tettoia hanno steso alcuni striscioni con le rivendicazioni che hanno motivato loro gesto. Gli slogan sugli striscioni recitano: “la Rai dice la verità sulla crisi eco climatica?” e “No alla pubblicità fossile”.
Secondo quanto letto sui loro siti, gli attivisti di Greenpeace hanno attivato una raccolta firme per chiedere alla Rai di non accettare pubblicità dalle aziende che usano o producono energia derivata dai carbon fossili. La chiamano pubblicità fossile.
Vorrebbero anche che la Rai dedicasse spazio alla crisi eco climatica fra le notizie giornaliere dei telegiornali.
La vernice verde utilizzata per deturpare le vetrate della sede Rai sembra del tipo plastico, prodotta utilizzando benzina e petrolio e potrà essere tolta solo usando agenti chimici. Essere totalmente coerenti quando si manifesta è difficile. Non credo che le vernici ecologiche con il certificato di produzione green siano facili da trovare e abbiamo un costo accessibile.
Interviene la Digos
Finita la manifestazione, è entrata in gioco la polizia di Stato. La mattina del 1 dicembre ha identificato 20 persone appartenenti al movimento Extinction Rebellion presenti al sit-in dinanzi la Rai in corso Sempione.
I poliziotti della DIGOS milanese hanno accompagnato in questura 14 persone resesi responsabili, a vario titolo, di blocco stradale, imbrattamento e manifestazione non preavvisata, che verranno denunciati all’autorità giudiziaria.
Per quanto riguarda l’accusa di manifestazione non preavvisata, non si tratta di un reato ma di una mancanza di collaborazione, un dispetto, che mette in difficoltà la gestione dell’ordine pubblico da parte delle forze dell’ordine. Può causare dei danni o innescare situazioni pericolose la cui responsabilità poi ricadrebbe sia sugli organizzatori sia sulle forze dell’ordine stesse. Quindi la questura chiede a chi organizza le manifestazioni di inviare un preavviso con orario, luogo e numero atteso di partecipanti.