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giovedì, 18 Aprile, 2024

GIANLUCA COMAZZI (FI): “CHE UN LEADER IMPROVVISATO SFRUTTI I PARTITI COME TRAMPOLINI PER LE PROPRIE AMBIZIONI, SIGNIFICA CHE I PARTITI STESSI STANNO PERDENDO DIGNITÀ”

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di Susanna Russo

 Nato a Milano il 17 novembre 1980, si è laureato a pieni voti in Psicologia, presso l’Università Cattolica di Milano. Nel 2000 ha ricoperto l’incarico di Vice Presidente della Commissione Cultura e della Commissione Parchi e Giardini della circoscrizione 9 del Comune di Milano, mentre nel 2006 è stato nominato Garante per la tutela degli animali del Comune di Milano.

Dal 2010 al 2011 ha ricoperto l’incarico di responsabile politico dell’assessorato di Regione Lombardia, Sistemi Verdi e Paesaggio. Sempre nel 2011 è stato indicato dall’Associazione nazionale dei comuni italiani come delegato nella consulta sul randagismo di Regione Lombardia. Dopo anni di studio e impegno nel sociale, nel 2014 è entrato nel Consiglio comunale di Milano. Dal 2014 al 2018 ha fatto inoltre parte del Consiglio nazionale dell’Anci. Nel giugno 2016 è stato ricandidato al Consiglio comunale di Milano nella lista “Per Parisi Forza Italia Berlusconi”. Con 2725 preferenze è risultato il terzo candidato più votato della lista, per poi essere nominato Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino.

Il 4 marzo 2018, viene eletto Consigliere regionale della Lombardia e successivamente capogruppo di Forza Italia in Regione Lombardia.

 

Partiamo dal suo ruolo di consigliere comunale: in cosa, dell’attuale Amministrazione Comunale, più fatica a riconoscersi?

«Questa giunta, a differenza di altre che l’hanno preceduta, non ha minimamente avuto una visione e un progetto per la città. Se in epoche passate sindaci come Gabriele Albertini e Letizia Moratti ci hanno lasciato Porta Nuova ed Expo 2015 dando il via all’incredibile sviluppo urbanistico e produttivo di Milano, la giunta Sala ci consegna una città spenta, degradata, insicura e senza una pianificazione sul lungo periodo. Tra tutti i disastri di questa giunta credo che l’apice si sia raggiunto in tema di mobilità: cantieri infiniti che paralizzano i quartieri, ritardi mostruosi nella realizzazione della M4 (avrebbe dovuto essere inaugurata con Expo!), ciclabili tracciate senza tenere conto della situazione viabilistica di certe zone, pasticci con i bandi per i monopattini elettrici e un’assenza pressoché totale di regole e controlli, che ha trasformato la nostra città in una giungla urbana. Ma il ‘peccato’ più grave lo si è commesso con l’introduzione di Area B, una seconda ZTL che si aggiunge ad Area C e che copre il 75% circa del territorio cittadino, al solo scopo di spremere i cittadini e rimpinguare le casse comunali con gli importi derivanti dalle sanzioni. Nei confronti degli automobilisti c’è stato un vero e proprio accanimento, culminato con la scelta scriteriata di tenere attiva Area C anche in zona rossa e in piena pandemia. Una decisione immorale, prima ancora che un errore dal punto di vista politico e amministrativo.»

 

Cosa ne pensa della recente adesione del Sindaco Sala ai Verdi?

«L’ennesima tragicommedia di un Partito Democratico sempre meno attrattivo, al quale neppure il massimo esponente della politica milanese vuole aderire per paura dello stigma politico che ne deriverebbe. Qui siamo di fronte a un qualcosa di clamoroso: nel 2016 Sala è stato imposto da Renzi a un Pd milanese riluttante, che  ha accettato la candidatura dell’ex direttore generale di Palazzo Marino ai tempi di Letizia Moratti. Grazie ai voti del Pd Sala riesce a diventare sindaco di Milano e sempre grazie al sostegno della maggioranza Pd in Consiglio comunale riesce ad andare avanti per cinque anni. Oggi, anziché dare una mano a un partito in difficoltà prende le distanze, aderendo ai Verdi Europei: cosa significhi tutto questo è difficile da decifrare (ha preso una tessera? E’ un’adesione meramente formale?); resta il fatto che a sei mesi dalle elezioni il sindaco ha inferto un colpo durissimo a un Pd milanese già in affanno. Al di là del caso particolare, mi lasci dire che questi atteggiamenti sono indice di una profonda crisi del sistema partitico: che un leader improvvisato possa sfruttare i partiti come trampolini per le proprie ambizioni personali scaricandoli quando non gli servono più significa che i partiti stessi stanno perdendo dignità e autorevolezza.»

 

Uno dei temi più dibattuti durante i consigli comunali, riguarda Area C e la sua permanenza nonostante ci si trovi nuovamente in “zona rossa”. Cosa ne pensa a riguardo? L’utilizzo dei mezzi pubblici è una valida alternativa in periodo pandemico?

«Come ho affermato poc’anzi, la scelta di tenere attiva Area C mentre Milano è in zona rossa è immorale, oltre che un grave errore. La giunta Sala prese questa decisione vergognosa anche lo scorso novembre: dopo una mozione presentata da Forza Italia in Consiglio regionale e il clamore mediatico che ne è conseguito sono stati costretti a tornare sui propri passi. Questa volta hanno avuto la spudoratezza di ripetere lo stesso errore, senza pentirsene. Questa decisione vergognosa si ripercuote a cascata sulla condizione dei mezzi pubblici: tenendo attiva la ZTL molti cittadini sono costretti a viaggiare in metro o in autobus, generando affollamenti pericolosi per la salute di tutti. A marzo ho chiesto a milanesi e pendolari di segnalarmi gli assembramenti all’interno dei mezzi, documentando il tutto con fotografie. Ho ricevuto moltissime segnalazioni di situazioni – limite in tutte le linee metropolitane e in moltissime linee urbane di tram e autobus. Concludendo, ritengo che in piena pandemia tartassare gli automobilisti e costringere la gente a riversarsi sui mezzi pubblici sia la decisione peggiore che un amministratore dotato di un minimo di buonsenso possa prendere.»

 

Sente di poter rassicurare i cittadini riguardo la gestione del piano vaccinale in Lombardia?

«Assolutamente sì. Ad oggi la Lombardia è la regione che ha vaccinato il maggior numero di persone in tutta Italia e la strategia vaccinale messa a punto dal vice presidente Letizia Moratti e dal commissario Bertolaso ha ricevuto l’apprezzamento pubblico, tra gli altri, del generale Figliuolo. Ovviamente si può sempre migliorare, ma credo che Letizia Moratti stia dando prova di grande capacità organizzativa: ora la Lombardia viaggia nei giusti binari. Concludendo, mi chiedo cosa penserebbe l’opinione pubblica se la stessa attenzione che i media riservano alla Lombardia venisse dedicata alla Toscana o alla Puglia: sono convinto che a parità di esposizione mediatica molti territori italiani avrebbero ben poco da recriminare alla gestione di Regione Lombardia.»

 

 Ha recentemente partecipato alla manifestazione dei Giostrai, che si è tenuta in Piazza Duomo a Milano, per protestare contro le mancate tutele in quest’ultimo anno. Cosa rappresenta questa categoria per la nostra città, e per la nostra regione?

«Ho preso parte alla manifestazione in piazza Duomo per esprimere solidarietà a tutti gli operatori dello spettacolo viaggiante. Dall’inizio della pandemia, infatti, questa categoria ha subito perdite incalcolabili, nell’indifferenza del Governo Conte che non ha mosso un dito per aiutarli. Da oltre un anno i giostrai, eredi di una tradizione che da tempo immemore intrattiene adulti e bambini in ogni città d’Italia, sono messi nelle condizioni di non poter più lavorare. A Milano alcuni di loro si sono trovati peraltro una richiesta di pagamento per occupazione del suolo pubblico, nonostante lo scorso lockdown li abbia costretti a vivere dentro le roulotte senza potersi muovere. Al Governo Draghi chiediamo di ascoltare il loro grido di aiuto, garantendo una serie di ristori ad hoc per questa categoria che deve tornare a lavorare, poiché la loro attività si svolge all’aperto e non comporta alcun rischio per la salute e sicurezza delle persone.»

 

Si occupa da sempre di randagismo e tutela degli animali abbandonati. A che punto siamo a Milano, e poi in Lombardia, con la gestione del randagismo? Che cosa si può ancora fare? E quanto ha inciso la pandemia su questo problema?

«La situazione negli anni è migliorata notevolmente grazie all’impegno prezioso di associazioni e volontari e di una maggiore sensibilità dei cittadini sul tema dei diritti degli animali. Oggi c’è molta più attenzione a questo ambito rispetto a dieci o venti anni fa. Personalmente mi batto da sempre per garantire i diritti dei nostri amici a quattro zampe: ogni giorno ricevo segnalazioni e mi attivo in tempi rapidi per tutelare il benessere di cani e gatti randagi o abbandonati dai loro proprietari. Recentemente, su mia proposta, in Lombardia è stato introdotto il microchip obbligatorio per i gatti: un sistema efficace per garantirne il tracciamento e contrastare il randagismo. A questo proposito va menzionato il ruolo dei canili (a Milano su mio impulso nel 2008 è stato inaugurato il Parco Canile di via Aquila, una delle strutture più grandi d’Europa) e delle tante colonie e oasi feline dislocate in tutta la Lombardia. La presenza di colonie e oasi rappresenta un solido argine al dilagare di fenomeni deleteri come il randagismo o gli abbandoni. Per citare l’ultimo provvedimento in ordine cronologico, nell’ultimo bilancio regionale è stato inserito, grazie a un mio ordine del giorno presentato in Consiglio regionale, uno stanziamento di 200.000 euro per la realizzazione di una nuova oasi felina in Comune di Assago, a due passi da Milano. Un altro grande rifugio dove i gatti possono beneficiare di tutte le cure e attenzioni necessarie, godendo al contempo di un ambiente confortevole e spazioso.»

 

 

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1 COMMENT

  1. Complimenti, Gianluca, hai toccato con capacità intellettuale i tasti metropolitani oggi sul tappeto.

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