17.6 C
Milano
sabato, 20 Aprile, 2024

Fare Ambiente: come difendere il pianeta senza catastrofismi

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

di Gabriele Rizza

Nella settimana degli scioperi per il clima organizzati dal movimento “Fridays for Future” che hanno coinvolto tante città italiane da nord a sud, l’associazione Fare Ambiente ha promosso a Roma una giornata di studio dedicata proprio al cambiamento climatico e alla transizione energetica. L’evento dal titolo “Energy law education and the energy tansition”, tenutosi il 26 settembre presso il Salone Teatro del Pepe nel quartiere Prati della capitale, ha visto la collaborazione dell’University of Dundee grazie alla partecipazione al dibattito del Prof. Raphael J. Heffron, dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e della Fondazione Giambattista Vico.
Tra i relatori, oltre al professore dell’Università scozzese, erano presenti Gian Paolo Cirillo, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, Carlo Papa, Direttore di Enel Foundation, il Prof. Tommaso Edoardo Frosini, Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a introdurre, Vincenzo Pepe, Presidente Fare Ambiente.


Lo spirito dell’evento è stato accademico e tecnico quanto culturale e sociale, verticale e orizzontale al tempo stesso. Infatti, come sottolineato all’unisono da tutti i relatori, temi quali il cambiamento climatico e la transizione energetica, intesa come abbandono degli idrocarburi a favore delle rinnovabili, investono addetti ai lavori e comuni cittadini, la politica e le imprese. Protagonista è sia chi a casa preme l’interruttore della luce e chi l’energia elettrica la produce e distribuisce. Nell’introduzione Vincenzo Pepe ha sottolineato quanto ancora sia debole la cultura energetica nel nostro paese:” Per il cittadino spesso il rapporto con il settore energetico si limita a quando ci accorge che in casa manca la luce e a quando la bolletta è molto cara. Questo accade perché in Italia non è mai esistito un mercato libero, che oggi è in mano ad un oligopolio di multinazionali dove i piccoli non possono competere. Diversamente, in Gran Bretagna, esistono addirittura le carte prepagate per l’energia elettrica e cittadini sono davvero liberi di scegliere e quindi stimolati a conoscere di più”.
Fiducioso sul contributo che la legge e la politica possono dare fin da subito alla salvaguardia dell’ambiente è stato il Prof. Raphael J. Heffron, raccontando di come in Australia i giudici hanno proibito l’estrazione da una miniera di carbone perché destinato all’esportazione in Europa attraverso navi che avrebbero fortemente inquinato l’ambiente.
Di vitale importanza è la capacità dell’uomo di vivere senza catastrofismo il cambiamento climatico, al contrario è necessario affrontarlo con responsabilità e fermezza. Secondo Vincenzo Pepe:” Un fenomeno come il cambiamento del clima non può essere fermato da un giorno all’altro mentre India e Cina immettono Co2. L’Italia deve abbassare le emissioni di Co2 che ogni anno uccidono 40 mila persone, dobbiamo fare quanto possibile nel nostro piccolo per salvaguardare la salute dei nostri cittadini. Per il resto bisogna essere resilienti, cioè essere capaci di adattarci al cambiamento climatico. Per esempio abituarci all’idea che nel mezzogiorno si coltiveranno i datteri.”
A fine lavori abbiamo incontrato Vera Slepoj, psicologa esperta di relazioni affettive e problemi sociali, che si è soffermata sulle responsabilità e gli effetti delle paure dell’uomo nei confronti del cambiamento climatico:” L’individuo tende a rifiutare le realtà dolorose o le affronta alterando la realtà. Tendiamo a pensare che tanto è così da sempre, come si dice per il femminicidio. Il rapporto che ha l’individuo con la natura è fondamentale, noi possiamo pensare che sia irrilevante perché viviamo in un mondo virtuale fatto di telefoni, social e tablet, intanto ci siamo psicologicamente separati dalla natura, non usciamo più di casa ad annusare l’aria dopo la pioggia. Abbiamo perso l’equilibrio tra uomo e natura: viviamo nelle case di cemento, non coltiviamo la terra, mangiamo cibo in scatola. Per decenni non abbiamo curato il pianeta, siamo stati muniti di quel narcisismo che la scienza ci ha portati ad avere e crediamo di essere più forti della natura. Ora vedo una controtendenza grazie soltanto ai bambini. Gli adulti hanno cementificato, hanno pensato al business a qualsiasi costo.”

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img