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martedì, 23 Aprile, 2024

DIANA DE MARCHI (PD): “VOGLIO UNA CITTÁ MIGLIORE, DI CUI OGNI CITTADINO SI SENTA PROTAGONISTA”

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di Susanna Russo

 

Nata a Milano, è laureata in Lingue e Letterature straniere moderne all’Università Statale di Milano. Dopo diverse esperienze di lavoro come interprete e traduttrice aziendale, ha lavorato per dieci anni come ricercatrice presso il Cisem di Milano, nell’area Genere ed Educazione. In quegli anni ha pubblicato articoli su riviste specializzate e alcuni libri.

Eletta consigliera in Zona 7 nel 2006, e poi nel 2010 Consigliera Provinciale, da allora si occupa nelle Istituzioni di scuola, cultura, integrazione, diritti delle donne, ambiente e servizi. Ha partecipato attivamente alla costituzione del PD ed è stata eletta delegata alla prima Assemblea Nazionale. Dal 2008 al 2014 è stata coordinatrice del circolo PD Pio La Torre San Siro e segue attivamente il gruppo scuola del PD metropolitano, dal 2014 ha la delega in Segreteria Regionale PD  a diritti, legalità e immigrazione.

Nel 2016 è stata eletta consigliera comunale e ha presieduto la commissione pari opportunità e diritti civili.

È candidata alle prossime Amministrative di Milano per tornare a far parte del Consiglio Comunale della sua città.

Dalle foto pubblicate sui social si evincono positività ed energia: come sta procedendo questa campagna elettorale?

«Sta procedendo così perché se non ci fossero positività ed energia, non riusciremmo a portare avanti una campagna così complicata e veloce. Siamo entrati nel vivo della campagna a Settembre e queste ultime settimane sono state decisive. Devo riconoscere che la cosa più complicata sia stata rendere consapevoli i cittadini del fatto che ci siano queste elezioni, è come se ci fosse grande distanza rispetto al fatto che tra poco bisognerà andare a votare, e sarà quindi necessario fare una scelta. Io nella vita sono insegnante, e continuo a fare formazione, a spiegare ai cittadini come funzioni, come si voti, perché le modalità delle Amministrative non sono poi così scontate, anche per questo serve una grande energia! Devo dire che a me il periodo di campagna elettorale piace molto, vi è l’occasione di uno scambio che permette di prendere atto anche delle criticità in modo propositivo. L’incontrò e il confronto per me, in politica così come nell’insegnamento, sono fondamentali. È piacevole anche l’adrenalina che tutta questa situazione suscita ed è gradevole poter mettere al corrente i cittadini del lavoro già compiuto i cui effetti non sono magari visibili nell’immediato; è per questo che servono due mandati, perché il primo permette di prendere consapevolezza di tutto ciò che c’è da fare, programmare e progettare, e il secondo di realizzare e mettere in pratica.»

 

Dopo gli appena trascorsi anni di Amministrazione, come pensate di continuare? Avete nuovi obbiettivi, progetti ancora incompiuti?

«Beh sì, di progetti incompiuti ne abbiamo diversi, basta pensare agli scali ferroviari che rivoluzioneranno questa città, ma la cui realizzazione ha impiegato molto tempo. Di sicuro, di molte cose studiate, previste e programmate, vedremo i risultati nei prossimi anni. In tutto ciò, nel frattempo c’è stata anche una pandemia e questo ha avuto un impatto anche sull’Amministrazione; adesso ciò che impegnerà tutti noi è la famosa “città dei 15 minuti”, per cui l’obbiettivo futuro sarà di avere tutti i servizi primari alla massima distanza di 15 minuti e questa è proprio una rivoluzione. Quello che adesso va valorizzato sono tutte le realtà informali del territorio, penso ad esempio a quelle che si occupano di  violenza sulle donne perché è uno dei temi che seguo di più, ma in generale ci sono tante piccole realtà distribuite sul territorio che conoscono le necessità dei cittadini e sono alla ricerca di risposte. Se noi riuscissimo quindi a creare una rete che colleghi queste realtà informali all’Istituzione, e ad organizzare un sistema strutturato, riusciremmo a colmare quella che forse fino ad ora è stata una mancanza.»

 

Sente di poter sostenere che Milano sia una città sicura?

«La sicurezza è un tema che emerge sempre e una necessità sempre trattata. Ciò che più riscontro è il bisogno di vedere più polizia per le strade, che faccia più che altro da deterrente in alcune situazioni e soprattutto la notte. Io però so anche che adesso abbiamo nuove risorse economiche a disposizione e nuovi agenti di polizia locale che entreranno in servizio. Quindi, la garanzia di sicurezza è indubbiamente una richiesta, un‘esigenza, dall’altra parte c’è già stata una risposta. La sicurezza è poi anche data dalla vita di un quartiere e allora torniamo a parlare della città in 15 minuti che è funzionale anche a questo.»

 

Esiste per voi la possibilità di perdere queste Amministrative o non lo avete messo in conto?

 «Diciamo che la vittoria non si dà mai per scontata ed io questo me lo ripeto tutti i giorni, perché poi mi capita, ogni tanto, quando leggo i giornali, di essere travolta dall’entusiasmo. Noi chiaramente continuiamo a lavorare per costruire, con l’obbiettivo di vincere sì, ma perché abbiamo saputo amministrare e vogliamo continuare sulla stessa strada. Indubbiamente il candidato della controparte è piuttosto debole, diciamo che non hanno saputo o non hanno potuto scegliere un candidato sufficientemente competitivo.»

 

Le avrei giusto chiesto se ritiene che il centrodestra abbia fatto/stia facendo dei passi falsi nel corso di questa campagna elettorale.

 «Mi pare che in questo caso manchino proprio le basi per amministrare una città come Milano, che va conosciuta a fondo. Noi comunque, come dicevo, andiamo avanti con in mente il fatto che ci sia una sfida, e che questa sfida vada affrontata, anche perché una città come Milano se lo merita. Non ci adagiamo sui risultati dei sondaggi. Tra l’altro la campagna elettorale, se affrontata nel modo giusto, aiuta ad amministrare meglio dopo, proprio per l’opportunità di incontro e scambio che offre. Inoltre noi consiglieri dobbiamo creare occasioni e usufruirne al meglio perché, che vinca il Sindaco è il nostro obbiettivo principale, poi ci piacerebbe anche essere scelti come singoli consiglieri.»

 

È cambiato qualcosa da quando, poco tempo fa, il PD è stato definito un partito maschilista?

«È stato definito un partito maschilista perché ci si scordava delle competenze femminili. Anche in Comune abbiamo portato avanti una battaglia per ottenere la doppia preferenza e proprio grazie a questo meccanismo siamo state in tante ad entrare in Consiglio Comunale. Il problema del PD, come di tutti i partiti in questo contesto culturale, è che si fanno delle conquiste importanti che vengono poi messe da parte, abbiamo visto che bisogna invece vigilare costantemente, così come sui diritti fondamentali acquisiti. Questo vale anche per i partiti, sono battaglie importanti ma bisogna sempre stare attenti che i risultati vengano poi applicati. Adesso comunque è un tema di cui è davvero impossibile non tener conto; ho visto anche nel PNRR tanti investimenti per gli studi, le imprese e i servizi femminili. C’è stato sicuramente un cambiamento e mi auguro che non si ritorni sui propri passi, anche perché dobbiamo cambiare modello di sviluppo e, visto che fino ad ora le risorse delle competenze femminili non sono state utilizzate, la strada migliore adesso è utilizzare quelle competenze e quelle risorse; questo ci permetterà di cambiare l’Amministrazione, così come questo Paese, e spero anche il mondo.»

 

Che cosa si augura per la Milano del 2026?

«Mi auguro che sia una città estremamente inclusiva, attenta a tutte le fragilità, rispettosa di tutte le differenze, ma anche innovativa, ed innovativa lo sarà davvero se saprà usare tutte le capacità e le competenze che ha a sua disposizione, comprese quelle di tutte le minoranze che ancora faticano a realizzare il loro progetto di vita e quindi ad esprimere le proprie capacità. Vorrei una città migliore, in cui ogni cittadino avesse il proprio posto e si sentisse protagonista; così mi immagino la Milano che già stiamo costruendo, ma che nel 2026 avrà il suo compimento»

 

 

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