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venerdì, 29 Marzo, 2024

COVID E CRISI DEI CENTRI STORICI: la gelateria CamBIOvita racconta un anno di pandemia

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di Gabriele Rizza

Aumentano i contagi e nel frattempo la pandemia continua a sprigionare i suoi effetti sociali ed economici devastanti. Il comparto del turismo e le attività dei centri storici è al minimo storico dall’inizio dell’anno. Roma, principale meta del turismo in Italia, ne sa qualcosa. La storia delle gelaterie camBIOvita ne sono un esempio: radicate vicino Piazza Navona e il Pantheon, continuano ad offrire i loro prodotti, con la qualità e la passione di sempre, ma con i limiti asfissianti imposti dal Covid: “Abbiamo sempre lavorato bene tutto l’anno con clienti tedeschi, americani, russi, francesi e con tutte le nazionalità.  Adesso non ci sono più. Abbiamo perso anche tanti clienti italiani, spaventati dalla situazione o perché in smart working. Se prima dell’ultimo Dpcm (chiusura alle 18:00) ci volevano 10 giorni per compensare un solo giorno senza Covid, ora ce ne vogliono 20!”, ci spiega Celine Benzakein di CamBIOvita, contattata dalla nostra Redazione.

Eppure, gli sforzi e gli investimenti per lavorare in sicurezza e nel rispetto dei protocolli sono stati fatti e anche la clientela è stata molto responsabile: “Sono tutti molto ligi e rispettosi, attendono all’esterno la coppia che sta per pagare ed entrano solo quando i clienti precedenti escono”, ma il vero problema sta nei mancati incassi e negli aiuti a dir poco insufficienti. “Non si tratta di aver avuto dei costi, ma dei mancati guadagni dovuti al pagamento degli affitti alti legati alla notorietà della zona, e del flusso di passanti che purtroppo non c’è più”.

Ciò che però fa rabbia e non legittima le misure restrittive adottate dal governo, è che mentre i ristoratori hanno tenuto fede al distanziamento e alla sanificazione, prevenendo al proprio interno la formazione di assembramenti, i mezzi di trasporto e le aree di ritrovo continuano ad essere presi d’assalto, senza alcuna forma di prevenzione e controllo: “Le misure di contenimento non credo siano adatte perché poco efficienti. Ad esempio, a chiusura dei locali, vedo tutte le sere un fiume di ragazzi, tutti attaccati come se si fosse a Capri d’estate. Tutti senza mascherina e tutti con il bicchiere di birra in mano, senza alcun riguardo e tanta strafottenza. Quindi terrei a bada loro e farei lavorare i loro genitori che gestiscono ristoranti, pub e pizzerie, cinema e teatri e portano i soldi a casa per sopravvivere”.

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1 COMMENT

  1. Bravissima Celine, hai centrato in pieno tutte le tematiche in particolar modo quella dei trasporti. Spero presto di gustare uno dei tuoi deliziosi prodotti. Un abbraccio a presto Roberto

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