8.6 C
Milano
venerdì, 29 Marzo, 2024

#conosciiltuosguardo. Voi siete il sale della terra (Pt. II)

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

[…segue…]

Se conosco i miei valori posso confrontarli in modo responsabile e libero con i valori universalmente fondamentali e scegliere di adeguarli il più possibile ad essi. Questi ultimi non sono valori “diventati miei” se li subisco senza averli interiorizzati. I valori universali sono indispensabili affinché i nostri valori personali (confrontati ed adeguati consapevolmente ad essi) non cadano nell’arbitrarismo, nell’egoismo, nel soggettivismo. L’adeguazione dei valori personali a quelli universali rende possibile la nostra felicità personale e il bene comune. Conoscere i miei valori mi svela chi sono, mi svela dove sto andando. I miei valori di oggi sono un anticipo della mia realtà di domani, mi svelano dove sarò domani. Fatti questi passi di autoconsapevolezza e autoconoscenza umana, saremo poi più capaci di fare scelte spirituali, religiose, affettive, lavorative, più consone, corrispondente, adeguate a noi. Vuol dire essere fedeli al nostro “essere sale”. Vuol dire non essere contaminati da\ad altri “composti chimici” che snaturano l’essere sale. Tali composti chimici che ci snaturano, metaforicamente chiamati così, sono tutto ciò che non ci rispecchia fedelmente o che ci degrada da un punto di vista etico.

In fondo in fondo, quanto abbiamo detto, è l’unico modo per essere sinceri con noi stessi senza uscire dalla verità riguardo alla dignità di ogni essere umano. Conoscere i nostri valori, perfezionarli sempre di più, realizzarli sempre meglio, ci permette di capire la nostra vocazione, la nostra chiamata, la nostra mission, il nostro dharma. Conoscere i nostri valori è sapere “come ci chiamiamo”.

Se non sai come ti chiami, cioè chi sei, perché non conosci quali oggi sono i valori per te importanti, come fai a rispondere agli appelli della vita che ti chiama per fornirti sempre opportunità per farti, crescere, evolvere e renderti felice? Come farai a rispondere, a Dio, alla vita, all’universo, alla tua anima, se “questi” pronunciano o gridano il tuo nome, con i fatti che ti capitano, con le scelte che fai e le emozioni che provi, per svegliarti dal torpore, per fornirti possibilità, e tu invece non capisci che sono diretti a te perché non sai come ti chiami? In qualche modo i nostri valori sono anche la nostra storia e questa ci svela il nostro nome, la nostra identità. Non siamo però dentro ad un determinismo in cui non c’è più niente da fare, in cui siamo definitivamente condizionati dal nostro passato. “Il nostro nome è perfezionabile!”. Il passato dobbiamo conoscerlo e saperlo interpretare saggiamente in modo che sappiamo chi siamo nel presente e possiamo decidere che direzione prendere per il futuro, sapendo leggere i feedback che la realtà ci fornisce, che le nostre emozioni ci suggeriscono, che il nostro cuore, in modo puro, desidera.

Tutto questo possiamo reinterpretarlo in modo esclusivamente e squisitamente evangelico, se siamo cristiani. Io ho voluto fare un discorso “laico” perché, comunque, tutti siamo persone umane.

I versetti del Vangelo di oggi sono parole che ci svelano la nostra identità e la nostra missione. La nostra missione è realizzare l’amore, la bellezza, la bontà, la verità, ognuno nella strada che più sente propria. Se essere sale vuol dire dare e darsi sapore, se ciò vuol dire vivere una vita piena per noi e per gli altri, allora vuol dire essere “felicemente utili” alla vita, all’universo, nel far accadere quel che secondo un linguaggio cristiano è la volontà di Dio. Fare la volontà di Dio è fare quel che più profondamente desideriamo. Se nella vita realizziamo quello che desideriamo, siamo veramente utili, se siamo utili siamo felici. Quando, invece, ciò non accade, ha ragione Gesù nel dire che se il sale perde il suo sapore serve solo per essere gettato via.

di Angelo Portale

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img