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giovedì, 25 Aprile, 2024

#conosciiltuosguardo. Modalità di sopravvivenza o di creazione?

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[…segue…]

Quando la nostra mente si focalizza troppo su un “passato indesiderato” o su un possibile “futuro temuto”, accendiamo nel nostro corpo una modalità simile ad uno stato di tensione, di stress negativo. Gli scienziati ed in particolare il dott. Joe Dispenza, chiamano questa modalità, “modalità di sopravvivenza”: «Sia che ci facciamo ossessionare dalla salute (la sopravvivenza del corpo), dal pagamento del mutuo (il bisogno fondamentale di un riparo che ci protegga dall’ambiente esterno) o dalla mancanza di tempo per fare il necessario per sopravvivere, la maggior parte di noi ha più familiarità con lo stato di dipendenza mentale che chiamiamo “sopravvivenza” che con quello in cui siamo i creatori».

La modalità di creazione è invece in atto quando siamo all’opera con qualcosa di importante, con qualcosa che ci piace fare: scrivere, dipingere, suonare, parlare di fronte ad un’assemblea o ad una classe, fare sport, ascoltare musica, ecc. è la modalità in cui i nostri pensieri e le nostre energie fluiscono in modo creativo. Lo stato d’animo di questi momenti generalmente è di gioia, di entusiasmo, di creatività, di benessere.

Noi però non sappiamo vivere molto “dentro” questi momenti creativi ed il più delle volte la nostra vita si svolge dentro la modalità di sopravvivenza.

Così Joe Dispenza scrive: «Pensa a una vita in modalità di sopravvivenza: immagina un animale, un daino, che pascola beato nella foresta. Supponiamo che sia in omeostasi, vale a dire in perfetto equilibrio. Ma se il daino dovesse percepire un pericolo nel mondo esterno, magari un predatore, attiverebbe il suo sistema nervoso di fuga o attacco. Il sistema nervoso simpatico fa parte del sistema nervoso autonomo, che mantiene attive le funzioni automatiche del corpo, come la digestione, la regolazione della temperatura, i livelli di zucchero nel sangue e simili. Per preparare l’animale ad affrontare l’emergenza, che ha individuato, il corpo cambia chimicamente: il sistema nervoso simpatico attiva automaticamente le ghiandole surrenali affinché mobilitino un’enorme quantità di energia. Se il daino viene inseguito da un branco di coyote, utilizza quell’energia per scappare. Se è abbastanza agile da fuggire illeso, allora forse dopo quindici, venti minuti dallo scampato pericolo, l’animale riprenderà a pascolare, e il suo equilibrio interiore sarà ristabilito».

«Anche noi esseri umani abbiamo lo stesso sistema. Quando percepiamo un pericolo, il sistema nervoso simpatico si attiva, mobilità l’energia e tutto il resto, proprio come accade nel daino. Agli albori della storia umana, questa risposta meravigliosamente adattiva ci ha aiutati ad affrontare le minacce dei predatori e molti altri rischi che mettevano in pericolo la nostra sopravvivenza. Tali qualità umane ci sono servite per la nostra evoluzione come specie».

Cosa succede, invece, se non riusciamo a spegnere “la modalità allerta” e viviamo perennemente o comunque molto spesso percependo uno stato di pericolo attorno a noi? Succede che restiamo “ingabbiati” dentro questa “risposta di stress” ed è molto deleterio per la nostra salute.

[…continua…]

di Angelo Portale

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