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venerdì, 19 Aprile, 2024

#conosciiltuosguardo. DIO FA BENE TUTTE LE COSE

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di Angelo Portale

«Dio ha fatto bene ogni cosa», dice il Vangelo. Ci vuole la fede che sa credere anche sulla croce per professare queste parole. Sono tanti gli eventi che possono dirottarci verso la sua perdita, verso prese di posizioni come: “Dio non esiste”, “Dio è impotente”, “Dio è cattivo”, ecc. È più che altro la ragione che fa i suoi calcoli e quando non corrispondono alle sue attese, speranze, previsioni, desideri, conclude con risultati “matematici”. La ragione ragiona così. È calcolatrice. Noi però non siamo solo esseri dotati di ragione, intesa come razionalità che deve far quadrare i conti. Noi siamo esseri dotati di intelligenza. In questo caso l’intelligenza è una facoltà più alta e più ampia della ratio. L’intelligenza, da inter-legere, è la capacità di comprendere, intendere, leggere-tra, distinguere-tra, scegliere-tra, “comprendere-nonostante”.

Noi, di fronte al reale, interpretiamo sempre. Le nostre sono solo interpretazioni, sempre solo interpretazioni, più o meno vicine alla realtà, ma sempre ermeneutiche di essa. Tali interpretazioni sono frutto dello status della ragione attuale di quel momento, condizionata (positivamente o negativamente) anche dalle esperienze, dal passato, dall’educazione ricevuta, insomma: dalla “forma mentis”.

Ora, visto che le nostre sono interpretazioni e, visto che invece della mera ratio possiamo usare l’intellectus per leggere dentro la realtà, perché non proviamo a comprendere i fatti scegliendo chiavi di interpretazioni funzionali alla nostra serenità e con l’intelligenza del cuore? Non si tratta di mettere la testa sotto la sabbia, né di inventarsi interpretazioni ingenuamente ottimiste. Si tratta di poter dire: «Dio ha fatto bene ogni cosa». Di poterlo dire non per fare un piacere a Dio ma per restare ancorati a Lui, per non perdere la speranza, per coltivare la fede, per restare su “vibrazioni energetiche” di gratitudine e benedizione.

Per me, dire tali parole o, meglio, professarle verso me stesso e verso gli altri, significa cambiare innanzitutto la mia concezione di bene. Non è bene solo ciò che mi gratifica. Non è bene solo ciò che mi lascia comodo. Non è bene solo ciò che va secondo le mie prospettive, secondo i miei calcoli. Io sono solo una semplice creatura, Dio è il creatore. Io spesso non so governare neanche la mia vita, Dio governa l’universo intero e la storia universale. Si impara da Dio a capire quale è il vero bene. Bene allora è tutto ciò che mi fa crescere, che mi aiuta ad espandere la mia coscienza, che mi fa amare di più, che mi rende più paziente, che mi rende più uomo. La croce, secondo una mera prospettiva umana, è uno scandalo, uno strumento di tortura ma, per come si erano messe le cose nel mondo degli umani, è diventata salvezza. Se Dio fa bene tutte le cose allora per me significa guardare tutto, grazie alla luce della fede, sotto la prospettiva dell’eternità che ridimensiona ogni presente, sia esso doloroso, sia esso gioioso. Il profeta Isaia, nella prima lettura di oggi, parla di «smarriti di cuore», cioè di coloro che sono disorientati, succubi delle tempeste della vita e dei sentimenti. Per non smarrirsi serve un punto di riferimento stabile mentre tutto muta. Agostino scrisse: «Se Lui non fosse stabile, mentre noi erriamo, non sapremmo dove ritornare».

«Dio fa bene ogni cosa», oggi per me significa: fare il mio meglio per quanto posso e poi non caricarmi i pesi del mondo ma affidare il corso della storia a Lui. Non sono io che devo salvare il mondo, né posso avere la pretesa di spiegare definitivamente il perché della vita. A me conviene soltanto e soprattutto usare come chiave di lettura della vita la Parola di Dio, fidarmi di Lui, affidare (dopo aver fatto tutto) tutto a Lui. Solo così tutto potrà concorrere al mio bene, come dice San Paolo: tutto concorre al bene di coloro che vogliono fare la volontà di Dio. Io sono opportunista e, poter credere alle parole del Vangelo, mi conviene: «Signore, tu fai bene tutte le cose. Credo, aiutami nella mia incredulità».

Dire “andrà tutto bene” non mi convince. Preferisco dire «Tutto quello che Dio fa lo fa bene».

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