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venerdì, 29 Marzo, 2024

Allarme apicoltori italiani: api senza cibo, fiori e nettare

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di Veronica Graf

Il tour tra gli apicoltori italiani della startup 3Bee ha fatto emergere un quadro difficile del loro lavoro e della salute delle api nel nostro Paese. L’impiego massiccio di insetticidi e pesticidi ha impatti negativi sulle capacità riproduttive, cognitive e di memorizzazione delle api, che faticano a trovare il nutrimento a causa dell’impoverimento degli habitat naturali dovuto alle pratiche di agricoltura intensiva e ai cambiamenti climatici.

Proprio questi ultimi stanno impattando negativamente sulla salute delle api: secondo Coldiretti in Italia ci sono 50 miliardi di api e 1,5 milioni di alveari che continuano a risentire delle variazioni del clima, tanto che quest’anno a seguito di un inverno particolarmente mite – di 1,65 gradi superiore alla media – hanno iniziato a lavorare in anticipo, a febbraio, rischiando di essere sorprese da una gelata.

Questa situazione critica è stata rilevata anche dalla startup agritech 3Bee, che nelle prime due settimane di agosto, ha fatto un viaggio lungo lo Stivale, per dar voce ad alcuni degli apicoltori che hanno installato i sistemi intelligenti di monitoraggio e diagnostica progettati proprio dai due fondatori della startup, Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti. Il team ha visitato 16 aziende apistiche in 13 regioni tornando con un quadro purtroppo difficile della situazione degli apicoltori e delle api in Italia, ma anche con le idee chiare su come invertire la rotta.
“Le realtà apistiche locali sono in sofferenza. Da nord a sud il grido di allarme è unanime a causa dei cambiamenti climatici e dell’utilizzo massiccio di pesticidi in agricoltura: i fiori hanno meno nettare e quindi le api, che non hanno nutrimento a sufficienza, muoiono sempre più numerose. Questo significa un grave danno anche per la salute dell’ambiente dato che questi insetti impollinatori mantengono la biodiversità ambientale e sono responsabili dell’80% del cibo sulle nostre tavole” afferma Niccolò Calandri, CEO di 3Bee, che ha incontrato personalmente gli apicoltori e raccolto le loro testimonianze.
Accanto al tema della salute delle api, c’è poi il discorso, altrettanto problematico, del mestiere dell’apicoltore oggi, che risente anch’esso dei cambiamenti climatici e gode di scarse garanzie legislative. 3Bee ha anche ideato programmi di adozioni rivolti alle aziende e ai privati con cui ognuno può dare il proprio contributo al ripopolamento degli alveari. Altre buone pratiche alla portata di tutti sono la creazione di un giardino o di un balcone accogliente per le api prediligendo le specie di fiori e piante più ricche di nutrimento per questi insetti, oppure supportare progetti virtuosi come la realizzazione di “corridoi per le api” specie nei luoghi dove è il cemento a farla da padrone: ampi spazi verdi con una vegetazione che può rappresentare un’oasi anche per le api, in città o lungo i tratti autostradali.

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