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sabato, 20 Aprile, 2024

ALESSANDRO DE CHIRICO (FI): “ABBIAMO PERSO UN ANNO DIETRO LE DICHIARAZIONI DI SALVINI CHE NON HA FATTO CHE RIMANDARE LA SCELTA DEL NUOVO CANDIDATO SINDACO”

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di Susanna Russo

È nato a Milano nel 1978 e si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano.

Si è specializzato in Comunicazione efficace per la Pubblica Amministrazione presso l’Università IULM e nel 2009 è stato candidato al Consiglio Provinciale nel collegio di Bresso, Cormano, Cusano Milanino e Novate Milanese, dove gli viene accordata la fiducia. Entra a far parte dello staff del Presidente della Provincia di Milano, come responsabile dell’Ufficio del territorio, esperienza che gli ha permesso di essere componente della delegazione provinciale all’Expo di Shanghai 2010.

Nel febbraio 2012 ha iniziato la collaborazione con il Consigliere Segretario di Regione Lombardia, Doriano Riparbelli. Nel marzo 2012 viene eletto nel coordinamento del Popolo della Libertà della Grande Milano a fianco del neo coordinatore e amico Giulio Gallera. Ha collaborato come redattore volontario al mensile Azzurro Milano. Nel dicembre 2010, con un gruppo di amici, ha costituito un’associazione di promozione sociale, apolitica: L’idea.

Nel 2011 è stato eletto nel Consiglio di Zona 7, e nel 2016 come Consigliere Comunale nell’attuale amministrazione.

 

Partiamo dalla questione “Stadio di San Siro”: sta sbagliando il sindaco Sala? Perché sta tergiversando? Quali sono i rischi di non concretizzare l’avvio dei lavori nell’immediato futuro?

 «Sala sta cogliendo ogni occasione per rimandare la decisione a dopo le elezioni. Già adesso all’interno della Maggioranza ha dei consiglieri che osteggiano il progetto del nuovo stadio e la sua coalizione eterogenea non trova in questo progetto un punto di unione, ma anzi di sicura divisione. Inoltre le vicende societarie dell’Inter in questo caso stanno dando al Sindaco un assist importante, anche se come ha detto la dirigenza in modo un po’ scomposto, Inter e Milan rimaranno ben oltre l’Amministrazione Sala. Penso che sia significativo l’intervento di Scaroni che ha dichiarato che per tornare ad essere competitivi in Europa le squadre di Milano abbiano bisogno di uno stadio funzionale, all’altezza delle grandi squadre europee. Le amministrazioni di centrodestra hanno progettato la Milano che ora viene ammirata da tutto il mondo, e hanno reso possibile che venisse realizzata una città multicentrica. Mi auspico che quello stesso spirito sia un faro nella campagna elettorale. Io sono stato il primo a schierarmi per questo progetto, Forza Italia mi è venuta dietro, e successivamente anche la Lega ha dichiarato, attraverso Salvini, che lo stadio sia importante. Si parla di un investimento da 1 miliardo e 200 milioni di euro totalmente privati, determinanti per riqualificare l’area ma anche il quartiere circostante.»

 

Proprio riguardo lo stadio di San Siro ha infatti dichiarato che sia questo uno dei principali punti della vostra campagna elettorale. Quali sono le altre vostre priorità?

 «Sicuramente lo sviluppo urbanistico è importante. Bisogna poi, quanto prima, uscire da questa crisi economica e quindi sarà necessario creare le condizioni, per gli imprenditori e per tutte le categorie che producono e che danno lavoro, perché ciò avvenga; penso all’abbassamento di certe tasse quali l’IMU, la TARI e il COSAP, che fortunatamente è stato azzerato almeno per i locali di somministrazione. Per quanto riguarda la mobilità, io non sono contro lo piste ciclabili, ma vanno progettate con intelligenza e  non per puro spirito ideologico. Alcune piste ciclabili andranno eliminate perché dannosissime anche per l’ambiente. Oggi la mobilità in Corso Buenos Aires è assolutamente ostacolata dal posizionamento di enormi piante e non è questo il giusto modo di agire. Bisognerebbe ripensare anche il progetto di Piazzale Loreto, che tra l’altro va nella direzione opposta rispetto a quanto dichiarato tempo fa da Sala, che sostenne di non voler più centri commerciali in città, ma in realtà il nodo di Piazzale Loreto sarà proprio un centro commerciale diffuso orizzontalmente.»

 

È diventato padre da poco. Cosa vorrebbe per la Milano che vedrà suo figlio crescere?

 «Vorrei sicuramente una Milano più sicura. Noi viviamo a San Siro, quindi un quartiere molto difficile, e sono preoccupato della situazione che c’è all’esterno di casa mia. Siamo tutti a conoscenza delle condizioni in cui si trova il quartiere, anche dopo gli ultimi episodi di violenza scaturiti dalla realizzazione di video di rapper emergenti che sfociano in guerriglie con le forze dell’ordine. A mio figlio insegnerò il rispetto del prossimo e quali siano i diritti civili delle persone. E poi spero che ci sia una Milano sempre più competitiva che possa dargli delle opportunità che adesso, anche a causa della crisi economica, non ci sono. Gli permetterò di andare all’estero il prima possibile per imparare le lingue, ma mi auguro che non debba mai espatriare per cercare fortuna. Spero in una città sempre all’altezza dei tempi che cambiano e che possa offrire delle opportunità sempre nuove.»

 

Apriamoci un po’ sul panorama nazionale: tempo fa si è molto discusso della sua dichiarazione “difendere i gay non è né di destra né di sinistra” e della sua partecipazione al Gay Pride. Posso chiederle la sua posizione in merito al Ddl Zan?

«Io credo che non si debba lasciare in mano alla sinistra il tema dei diritti civili. Ci sono molti elettori di centrodestra che hanno paura e si vergognano di dichiararsi tali perché, essendo omosessuali, vengono accusati di votare per chi non ha a cuore i loro interessi. Io penso che il Ddl Zan sia una buona base per dare importanza ai diritti di tutti, e per questo credo che debba essere ancora più stringente; ci sono tante discriminazioni anche per quanto riguarda, ad esempio, l’aspetto fisico. Se il Ddl Zan trattasse anche di adozioni e genitorialitá sarebbe un’altra storia, ma visto che si tratta di un inasprimento delle pene riguardanti le discriminazioni legate alle tendenze sessuali potrebbe, per l’appunto, essere ampliato il panorama discriminatorio.»

 

Per concludere, vuole dirci qualcosa riguardo la scissione di Forza Italia e la fondazione di Coraggio Italia? Cosa ne pensa di chi definisce l’attuale gruppo dirigente schiacciato sulle posizioni della Lega?

 «Io sono convinto che Forza Italia debba tornare ad essere un partito liberale e che debba concentrarsi sui temi e sui valori del centrodestra. Come dicevo prima, il tema dei diritti civili è un tema su cui Forza Italia dovrebbe prendere una posizione liberale netta e precisa, e non farsi trascinare da altri partiti per una questione di convenienza. Noi dobbiamo essere aperti anche sul discorso della laicità dello Stato e sui diritti religiosi di chi vuole professare una religione diversa dal cattolicesimo; la nostra Costituzione garantisce parità di dignità anche a chi ha una fede diversa della nostra. In questo Forza Italia deve distinguersi dalla Lega, non possiamo esserne la brutta copia, anche perché un elettore sceglierebbe sempre l’originale. Credo che il progetto portato avanti da Toti e Brugnaro sia un’alternativa allo schiacciamento del mio partito rispetto agli alleati, in particolar modo alla Lega. Prendiamo come esempio la scelta del candidato alle prossime amministrative a Milano. Abbiamo perso un anno dietro le dichiarazioni di Salvini che di mese in mese ha rimandato la scelta del nuovo candidato sindaco. Siamo a inizio Giugno e non abbiamo ancora un candidato, e come testimoniato da Libero sono stati bocciati già 30 nomi. Avevamo tutto il tempo per preparare la campagna elettorale, per iniziare un confronto con la città e aprire un dialogo con le forze di centrodestra; questo non è stato fatto, abbiamo solo rincorso i sondaggi, cosa che non porta a nulla di concreto. Adesso siamo in ritardissimo e ancora non si sa chi sia il candidato.»

 

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