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giovedì, 25 Aprile, 2024

“We've sent a strong message that the politics of fear are not welcome in London”

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Grazie!
Oggi è stata una vittoria incredibile per la speranza sulla paura e per l’unità sulla divisione – e, semplicemente, non sarebbe stato possibile senza il vostro aiuto.
Questa vittoria non riguarda me. Riguarda milioni di londinesi le cui vite si può migliorare con la costruzione di case più accessibili, blocco delle tasse, ripristino della polizia di quartiere e bonifica della nostra aria inquinata.
Grazie al tempo, al denaro e al supporto dato, siamo stati in grado di superare una disperata e brutta campagna Tory. Abbiamo inviato un messaggio forte che la politica della paura non è la benvenuta a Londra.
Ora inizia il lavoro difficile. Facciamo diventare Londra ancora migliore per tutti i londinesi.
Grazie ancora,
Sadiq

Queste le parole di Sadiq Khan, quarantacinquenne figlio di un autista d’autobus pachistano e di una sarta.
Khan è un musulmano moderato, sfidando la sua comunità nel voto a favore dei matrimoni omosessuali; visto come un candidato liberale e tollerante.
Primo musulmano ad entrare a nella cattedrale di Southwark; primo sindaco musulmano di una metropoli occidentale.
La sua passione per la politica inizia nell’adolescenza, quando all’età di 15 anni si iscrive al partito laburista, ma nello stesso tempo cresce nella religione musulmana, dove rimane colpito dai suoi principi di giustizia sociale e dal lavoro, umile, dei genitori.
Studia legge a Londra, diventando avvocato nel 1994, con la specializzazione nella difesa per i diritti umani, trattando casi di difesa delle classi più popolari.
Dal 1995 per 5 anni, viene eletto come consigliere nel distretto di Tooting, quando lascia la carriera da avvocato per dedicarsi alla politica e diventare parlamentare per il Partito laurista.
Prosegue la sua carriera, nonostante gli attacchi terroristici di cui alcuni politici hanno legato il suo nome.
Da qui in poi, Khan, ottiene cariche di governo sempre più importanti: diventa whip, ovvero il responsabile di un gruppo parlamentare che cura le comunicazioni tra il leader del partito e il gruppo stesso, assicurando che quest’ultimo sia presente nel momento delle votazioni e votino secondo le direttive del partito (un capogruppo italiano).
Dopodichè, nel 2009 diventa ministro dei Trasporti, primo musulmano al governo di Gordon Brown.
Ma la carica più importante, avviene il 7 maggio, quando diventa sindaco di Londra, battendo il suo rivale conservatore Zac Goldsmith, con una percentuale del 44%.
Come prima azione da sindaco, Khan partecipa alla Giornata della memoria dell’olocausto, Yom HaShoah, l’8 maggio. Mentre il suo programma si basa su giustizia sociale, ristabilendo quindi le opportunità dei cittadini economicamente esclusi da una città costosa come Londra. Innanzitutto si devono costruire immobili con prezzi accessibili per tutti; rivedere i salari più bassi e cercare di eliminare il divario salariale presente tra uomo e donna. Inoltre si deve fissare un prezzo per il trasporto pubblico e collaborare con le imprese affinchè il Regno Unito resti nell’Unione Europea.
Non solo, il neo sindaco, vuole rimediare alla situazione ambientale di Londra, cercando di ripulire l’aria della metropoli e trovando un piano per un’energia più pulita.
Un sindaco nuovo. Un tifoso del Liverpool, oltre che ad essere un politico.
Un politico di una città che si conferma ancora la capitale del cambiamento e della lotta contro i soliti pregiudizi.
Infatti si può dire che Londra, è una città con un modello di melting pot, dove si mescolano diverse comunità con il risultato di una società omogenea poiché tutte le comunità coesistono. Una città alternativa, dove l’alterità viene ammessa e riconosciuta come positiva. Qui le società si incontrano, si arricchiscono a vicenda rimanendo diverse tra loro, ma, tramite alcuni processi di scambio, mutano nel tempo.
Con la vittoria di Sadiq Khan si celebra così, la ricchezza della diversità multiculturale, la tolleranza della differenza multiculturale, dove gli stereotipi e le etichette non sono le benvenute.
Stefania Tarantino

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