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giovedì, 18 Aprile, 2024

SLOT MACHINES, storia di uno Stato Ladro e Biscazziere

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L’Italia è quello strano paese, sulla verde Terra di Dio, in cui vendere il proprio corpo è considerato mestiere degno di tutela e scommettere no. Un paese dove per una fetta crescente di persone drogarsi non è così grave quanto giocare ad una slot machine. Dove i tornei di poker sono stati attrazioni televisive almeno per un biennio, ma queste macchinette sono considerate mortali. Perché danno assuefazione.

Il ragionamento funziona così: la gente sola e disperata, lasciata in balia di queste cose, rovina la famiglia. Agghiacciante vero? Adesso però vediamo di fare un semplice ragionamento di buon senso. Si dice: queste macchinette ti mangiano i soldi. Sì? E dell’Inps ne vogliamo parlare? No, perché a me ruba il 27% delle entrate in cambio di una promessa da marinaio. Ho trent’anni, non vedrò mai quella pensione, lo so io e lo sanno loro. I miei contributi gli servono perché sennò i baby pensionati ed i pensionati sociali non vedrebbero un quattrino. Le slot mettono l’80% delle puntate in premio, l’INPS si prende i soldi oggi e ti dice che FORSE un giorno vedrai la posta. Se va tutto bene. Sapendo che non va e non andrà bene nulla.

E non è finita, devo pagare alcune tra le tasse più alte al mondo per pagare un sistema sanitario che mi dice: guarda, metà dei contribuenti paga, l’altra metà per un motivo o per l’altro, no. Quindi ecco la scommessa: tu fatti salassare, che se domani ti succede qualcosa passi dalla parte degli assistiti e ci guadagni. La lotteria della sfortuna, vince che si ammala. Il sano paga.

Ma non è finita qui: vogliamo parlare delle tasse locali che servono a finanziare attività imprescindibili, come festival etnici, attività di integrazione rivolte a gente troppo intelligente per volersi integrare con un popolo di beoti come il nostro, corsi di macramè ed attività inutili varie ed assortite? O sistemi di smaltimento rifiuti che servono più che altro a smistare i miei soldi equamente a tutti gli amici degli amici?

E tutte queste attività ti danno dipendenza! Non ci credete? Avete presente le periodiche campagne di caccia all’evasore? Ecco, servono per evitare che la gente smetta di giocare a quella diabolica macchinetta che si chiama “Stato Sociale”. Vi sembra improbabile? Non lo è affatto: si dice chiaramente “se ti alzi, non posso vincere la tua posta, quindi siediti e gioca.”. Non ti puoi rovinare come preferisci, ti devi rovinare come dicono loro. Loro, per una volta non sono i politici. Loro sono i veri drogati. I drogati di stato sociale, che ti vogliono in forma e pronto ad essere spennato. Perché se decidi di sputtanarti i tuoi averi che ti sei guadagnato come vuoi tu, loro ci lucrano il 10% e questo non è accettabile. Plebeo.

“Ma queste cose non ti rovinano mica” celiano questi avvoltoi. No, scherzi, chi si è mai suicidato perchè queste tasse inique ed insopportabili. Qualche centinaio di imprenditori. Gente che se ne voleva andare da questo casinò da incubo in cui il croupier è un maniaco sanguinario che non ti lascia ridurre la puntata. In cui gli altri clienti non ti fanno uscire. Da cui puoi scappare solo con la morte. Anzi, no, scusate, nemmeno la morte è una buona scusa per non pagare l’ultimo obolo.

In buona sostanza io sto con le slot. Perché sono libere, perché sono volontarie e perché nessuno ti spinge al suicidio se vuoi smettere. Sono contro questo Stato perché ne è l’esatto opposto.

“Gli uomini, non soltanto alla roulette ma ovunque, non fanno altro che togliersi o vincersi qualcosa reciprocamente”  (F.Dostoevskij)

Luca Rampazzo

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