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venerdì, 19 Aprile, 2024

RENZI: la Costituzione ad Partitum

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E’ passata la prima lettura della riforma Costituzionale e dobbiamo dire che siamo preoccupati. L’Italia ha, senza ombra di dubbio, da più di vent’anni, l’esigenza di essere come minimo riformata. (Noi pensiamo che andrebbe rivoltata come un calzino). Più governi ci hanno provato, con risultati pari a zero, quando addirittura, negativi, come nel caso della riforma del Titolo V della Costituzione, voluta dalla sinistra, che tanti problemi ci ha portato e ci è costata moltissimo in termini economici, per quanto era stata fatta male.

Ci provò anche il Centro-Destra con la famosa Devolution, che riassumeva molte istanze tutt’ora valide, oltre a qualche fesseria. Qui la Sinistra ha grosse colpe, perché prima si rifiutò di collaborare, poi, conseguentemente a ciò, quando scattò il referendum confermativo, fece una campagna di disinformazione spaventando gli Italiani (riuscendoci) affermando che con quella riforma si metteva in pericolo la democrazia. mirando a farla fallire. Lo ricordiamo, quella prevedeva una riduzione del numero di Parlamentari e la trasformazione del Senato in senso federale. Il risultato fu la bocciatura nel 2006 e la conseguente perdita, ad oggi , di altri 8 anni.

Siamo ora ai giorni nostri dove il superficiale Renzi ci riprova. Rispetto all’ultima volta, è una riforma meno estesa che affronta una quantità più limitata di temi, come il numero di firme per un referendum e per le leggi di iniziativa popolare (in aumento), il commissariamento degli Enti Locali se in dissesto finanziario, le modalità di elezioni della Consulta, (che con la riforma sarà formata per un terzo da componenti nominati dal Presidente della Repubblica, un terzo dalle supreme Magistrature ordinaria ed amministrativa, tre dalla Camera dei Deputati e due dal Senato della Repubblica), la cancellazione delle Province, sostituite dalle Città Metropolitane, dove anche qui gli elettori sono esclusi da una scelta diretta.

Poi c’è il Senato ridotto a 100 Senatori non più eletti dai cittadini, ma selezionati tra Sindaci e Consiglieri Regionali. Non ci saranno più i Senatori a vita e saranno così ripartiti: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 personalità illustri nominate dal presidente della Repubblica. Spetterà ai Consigli Regionali a votare i Senatori, con metodo proporzionale, fra i propri componenti. Inoltre le Regioni eleggeranno ciascuna un altro senatore scegliendolo tra i Sindaci dei rispettivi territori, (in totale 21). La ripartizione dei seggi tra le varie Regioni avverrà “in proporzione alla loro popolazione” ma nessuna Regione potrà avere meno di due senatori. La durata del mandato di questi ultimi sarà di sette anni e non sarà ripetibile. Andranno quindi a sostituire i senatori a vita e saranno scelti con gli stessi criteri: “cittadini che hanno illustrato la patria per i loro altissimi meriti”. Ci si risulta anche che il Senato si potrà occupare anche di Sanità, se non andiamo errati.

Insomma, a noi non piace molto questa riforma, in cui vediamo soprattutto un tentativo di sottrarre il controllo delle Istituzioni ai cittadini. Lo si vede nel fatto che i Senatori sono nominati, come pure i componenti delle Aree Metropolitane, il che comporta risparmi minimi se non si aboliscono i carrozzoni che ci sono dietro, ossia dipendenti pubblici e società partecipate. Ancora lo si nota con l’innalzamento del numero di firme necessarie a promuovere Referendum e leggi di iniziativa popolare. Tutto ciò, secondo noi, aumenta la discrezionalità ed il controllo della politica a discapito dei cittadini. Si è creato un conflitto di interessi, se, come ci pare di aver compreso, il Senato si occuperà di Sanità. Considerando, infatti, che la maggior parte della spesa delle Regioni è quella sanitaria e quindi anche una delle maggiori leve di potere di cui dispongono i Presidenti di quegli enti, ci pare chiaro che usufruiranno della carica superiore (Senato) per favorire quella inferiore (Regione) a discapito delle nostre tasche.

Non contenti, ai Senatori viene garantita l’immunità parlamentare, che ha una sua logica, ma se viene applicata ai Senatori anche per illeciti compiuti in veste di Sindaci e di Presidenti di Regione, di fatto si estende questa copertura a soggetti che ora non ne godono. Se consideriamo anche che tradizionalmente gli Enti Locali sono in maggioranza in mano al P.D. e che i Presidenti della Repubblica sono da un pezzo di sinistra e che potendo nominare 5 Senatori, non li sceglieranno di certo a destra, potremmo ottenere il duplice risultato di creare una casta di membri del P,D. intoccabili e di garantire a quel partito imperituro controllo del Senato.

I Senatori, dal momento che ricevono già un emolumento come Sindaci e Presidenti/Consiglieri di Regione, non ne avranno alcuno per la loro carica al Senato, con un risparmio che dovrebbe essere di 50 milioni. Benissimo, direte, peccato che a livello Nazionale gli interessi in gioco sono molto più grandi rispetto a quelli a livello Comunale e quindi il rischio che siano sottoposti a pressioni molto forti da parte di lobby ed affini è concreto e non è detto che siano tutte lecite. (Da leggere, in pratica, come tentativi di corruzione). Il Sindaco di un paesino, che presumibilmente guadagna poco o nulla, riuscirà a resistere alle tentazioni?

Insomma, ci sembra una riforma un po’ abborracciata, in perfetta sintonia con Renzi,, che la promuove, maestro del presappochismo. A noi pare anti-democratica ed illiberale. Ci interroghiamo perché, posto che ci si para davanti una occasione unica di poter fare una riforma, si debba sprecarla per una così limitata e concepita, ci pare, male. Non è che le riforme vadano fatte tanto per dire di averle fatte e consentire a Renzi di riempirsi la bocca! L’interesse dell’Italia dovrebbe venire prima di quella del P.D. e di qualsiasi altro partito, sino a prova contraria. Forse che dopo le leggi ad personam avremo la Costituzione ad partitum?

Ci chiediamo se avessero fatto un Senato di eletti dai cittadini, due per ogni Regione, con unicamente possibilità di veto solo per quelle leggi che coinvolgono le Regioni, non sarebbe stato meglio? Voi che cosa ne dite?

Per chi volesse approfondire: qui le modifiche.

Fabio Ronchi

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