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giovedì, 28 Marzo, 2024

Le unioni civili e i bulletti della politica

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E così, finalmente, le unioni civili sono una realtà. Ovviamente non mancano le reazioni incivili da parte dei soliti bulli legaioli e simili. Salvini ha già invitato i sindaci leghisti a “disobbedire” rifiutandosi di celebrare unioni civili e vari sindaci (tra cui il buffonesco Bonanno) hanno già annunciato che non ne celebreranno.

Le dichiarazioni di questi politici sono particolarmente gravi. Un simile rifiuto è nei fatti uno schiaffo alla democrazia. Questa, infatti, non significa “faccio quello che mi pare”, ma significa che le decisioni si prendono insieme, con un procedimento che prevede il dialogo, la discussione e, infine, il voto, come è avvenuto per questa legge. E una volta presa la decisione, una volta stabilita la legge, tutti la devono rispettare, perché quella è la volontà del popolo sovrano, espressa dalla maggioranza uscita dalle elezioni. Quindi, caro Salvini, che ti piaccia o meno, la legge deve essere applicata. Questo è il compito dei sindaci. Quelli di loro che non vogliano celebrare le unioni civili possono dimettersi. Nessuno li trattiene. Senza considerare poi che un simile rifiuto potrebbe perfino configurare il reato di “omissione o rifiuto di atti d’ufficio”, il che renderebbe le parole di Salvini una bella e buona “istigazione a delinquere”.

Insomma, la politica italiana, come il solito, non perde occasione di dar sfoggio di maleducazione, bullismo e indecenza. Sembra che certa gente sia più interessata a discriminare e vomitare violenza e insulti verso le minoranze che non a discutere e risolvere i problemi del paese. Si ricordassero, i legaioli, che i loro lauti stipendi sono pagati anche con le tasse delle persone glbt. Per coerenza dovrebbero rinunciare a una parte del loro stipendio. Ma forse questi signori hanno il cuore intollerante e il portafogli democratico. Una cosa piuttosto comoda…

In ogni caso, le dichiarazioni di questa gente non riusciranno a rovinare la soddisfazione per il passo fatto dal nostro paese verso la civiltà. La Cirinnà è una legge da tempo attesa e le dichiarazioni omofobe sono solo un fastidioso sottofondo, un becero rimasuglio di medioevo.

Concludendo, volevo far notare l’assenza di una voce importante nel panorama omofobico: Giovanardi pare non aver ancora commentato i recenti fatti. Che si stia ancora riprendendo dal colpo?

Enrico Proserpio

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