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venerdì, 19 Aprile, 2024

ECONOMIA SOMMERSA, LAVORO NERO, LA SPERANZA ITALIANA !

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Negli ultimi giorni attraverso diversi studi e ricerche come nel caso dell’ Istat è stato rilevato che l’economia sommersa relativamente al lavoro in nero è costituto da 3,5 milioni di persone.
In effetti si tratta di un esercito di persone e c’è da aggiungere che le stime sono anche approssimative, ed è possibile che i numeri in realtà siano molto più alti.
In termini economici con le loro prestazioni, questi lavoratori invisibili “producono” quasi 100 miliardi di Pil irregolare (pari al 6,5% del Pil nazionale), sottraendo un gettito alle casse dello Stato di 42,7 miliardi di euro all’anno. In termini pro-capite, le imposte evase medie in capo a ciascun cittadino italiano ammontano a 709 euro”.
Nel Mezzogiorno, ad esempio, possiamo affermare che il sommerso costituisce un vero e proprio ammortizzatore sociale. “Sia chiaro – conclude Zabeo coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA – nessuno di noi vuole giustificare il lavoro nero spesso legato a doppio filo con forme inaccettabili di sfruttamento, precarietà e mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Tuttavia, quando queste forme di irregolarità occupazionale non sono legate ad attività riconducibili alle organizzazioni criminali o alle fattispecie appena elencate costituiscono, in questi momenti così difficili, un paracadute per molti disoccupati o pensionati che non riescono ad arrivare alla fine del mese.”
Teniamo conto che il lavoro in Italia è il più tassato rispetto a statistiche in tutto il mondo giusto per dare delle indicazioni ufficiali da Info Data e Sole 24 Ore arrivano i dati del 2015 dove il total tax rate che comprende tutte le tasse che paga una società comprese quelle sul lavoro arrivano alla cifra del 64,8%.
Stiamo quindi parlando di un inferno fiscale perché oltre al problema tasse in Italia è presente un enorme burocrazia che crea danni indiretti alle società, al lavoro e anche ai cittadini che dati ufficiali hanno quantificato tra i 90 e 120 miliardi di euro, cioè fa più danni dell’evasione.
Ci troviamo per quanto riguarda il lavoro in nero di fronte a non un abuso ma una legittima difesa per sopravvivere, che trova i maggiori numeri proprio nel sud dove lo Stato esiste solo per tassare ma è totalmente assente sotto qualsiasi punto di vista.
Il lavoro rappresenta oltretutto quella attività attraverso la quale gli esseri umani ricorrono per vivere e mantenere la propria famiglia, il lavoro è un bene per l’uomo paragonabile all’aria o all’acqua eppure viene totalmente demonizzato come una merce qualsiasi e quindi tassato dallo Stato, dopo che ha già tassato qualsiasi cosa. Il risultato di questa oppressione fiscale e burocrazia sul lavoro è dato da decenni e decenni di cultura marxista socialista che ha fatto del lavoro una merce qualsiasi e soprattutto facendone una questione ideologica e lagnandola a false lotte di classe che hanno solo paralizzato il paese e permesso allo Stato di sfruttare il lavoro per mantenere un esercito di parassiti.
La vera battaglia del dentro destra può solo passare da questi temi ridando valore al lavoro come bene primario dell’uomo, che è libero di utilizzarlo come meglio crede, con chi vuole e come utilizzarlo per il proprio futuro; la scusa del welfare o della sanità non regge più per giustificare le tasse che impone lo Stato italiano perché è dimostrato con i dati alla mano che ad esempio nel settore pensionistico dare i soldi all’Inps non conviene più ma conviene investirli nel settore privato, dove il ritorno dopo 40 anni di versamenti non ha paragoni con l’Inps.
I lavoratori in nero, soprattutto al sud, sono l’ultimo avamposto di libertà che rimane in Italia, certo con tutte le negatività che derivano dal dover lavorare in modo illegale e improvvisato ma senza questo sistema avremo un esercito di affamati per mantenere uno Stato parassita e infernale!
Liberare il lavoro dallo Stato e dalle tasse è l’unico modo per ridare vita a questo paese…e per ridare dignità alle persone.
Max Buonocore

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