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venerdì, 26 Aprile, 2024

PADOAN: NESSUNA MANOVRA AGGIUNTIVA. Quanto fatto basterà

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Il Governo è sicuro che la crescita da cui dipendono le proprie previsioni ottimistiche ci sarà. Se il Pil balzerà, come sostiene il ministro Pier Carlo Padoan, dello 0,8% entro l’anno e dell’1,3% nel 2015, e se si verificheranno pure il taglio della spesa pubblica, gli introiti legati alle privatizzazioni e maggiori esportazioni, anche il deficit e il debito riprenderanno a scendere. 

Se invece, come pensa l’Europa, il ritmo della crescita sarà più lento – e privatizzazioni e spending review daranno risultati meno ottimistici di quelli attesi – la strada verso il risanamento e il pareggio del debito strutturale rischia di saltare. In tal caso potrebbe essere necessariauna manovra correttiva da 9-10 miliardi.

Il Tesoro per il momento risponde con ottimismo al richiamo della Commissione europea che ieri non ci ha bocciato ma ci ha messo in guardia sul debito elevato: le misure aggiuntive non ci saranno perché le valutazioni non tengono conto di risparmi già pianificati.

Con una nota ufficiale il Ministero dell’Economia ha fatto sapere nella serata di ieri che “la Commissione condivide pienamente le priorità suggerite dal Governo, iniziando dalla piena attuazione della delega fiscale e delle deleghe del Jobs Act. A breve saranno varate le due importanti riforme sulla giustizia e sulla Pubblica Amministrazione indispensabili per creare un contesto amministrativo e un ambiente imprenditoriale più favorevole allo sviluppo del Paese”. 

E sul richiamo operato da una Commissione giunta ormai al capolinea viste le recenti elezioni del 25 maggio e l’imminente nomina di un nuovo esecutivo europeo, Viale XX Settembre spiega: “Le stime non tengono conto di alcune voci relative alle minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e a maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni”.
Alle 13 il ministro Padoan incontrerà la stampa per parlare del semestre italiano alla guida dell’Europa e riferirà dell’incontro previsto in mattinata con Renzi.

La Critica

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