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sabato, 20 Aprile, 2024

NON CORROMPETE GLI ISLAMICI MILANESI una lezione di libertà di De Corato

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A Milano sono in assegnazione terreni comunali per la costruzione di alcune moschee. Ora, sarebbe facile cadere nell’ormai noioso dibattito tra favorevoli e contrari, io invece voglio dirvi come si può risolvere questo annoso problema in maniera liberale. Partiamo dai principi: per quanto suggestivo, il concetto di parità tra quello che fanno loro a noi e noi a loro è largamente inapplicabile. Di certo è un buon argomento contro quelli che tutto è dovuto, ma non sposta di un millimetro il problema. Il secondo errore è pensare che qualcosa gli sia dovuto. Non funziona così. Gli è dovuto il rispetto che si deve ad ogni uomo. Ma nulla ci obbliga a costruirgli o a concedergli spazi per costruire luoghi di culto.

Io credo che la migliore dimostrazione pratica di questo principio ce lo dia il consigliere Comunale De Corato, rispondendo all’assessore Majorino sulla seconda obiezione. E avendo risposto, con i fatti, alla prima:

“Majorino ha problemi di memoria. Al Palasharp mandammo gli islamici non in pianta stabile (certamente non per 30 anni rinnovabili!) e solo per la preghiera del venerdì. Mai, dico mai, ho trattato con i responsabili di viale Jenner una soluzione né ho ipotizzato trattative private o pubbliche. La soluzione provvisoria del Palasharp fu decisa per liberare viale Jenner da una vera e propria invasione di islamici che occupavano ogni venerdì tutti i marciapiedi, le strade e i portoni. E proprio per questo non c’è stato un bando: perché era una soluzione di emergenza e provvisoria.
Sempre a proposito di problemi di memoria, vorrei ricordare a Majorino (ma anche al sindaco e alla giunta) che “la materia dei rapporti con le organizzazioni religiose è affidata dall’articolo 8 della Costituzione non ai Comuni ma allo Stato, mediante intese votate dal Parlamento” (come ha detto il magistrato Guido Salvini). E qui di organizzazioni religiose stiamo parlando. Lo ricordo anche in merito allo “sconto” del 70% sul canone d’affitto che Majorino intende dare in quanto “concessioni ai fini sociali e culturali”. Eh no! A quale titolo questi luoghi hanno fini sociali? Deduco quindi che il Comune guadagnerà molto poco da questi affitti. E verrà pure abbattuto il Palasharp, che al Comune costò circa 90 milioni di euro.
Sono infine curioso di capire quali fedeli andranno in questi luoghi, visto che ci sono 31 richieste. Ci saranno 28 gruppi lasciati fuori? Chissà come mai sono pronto a scommettere che non saranno gli islamici, che oltretutto invece hanno già la loro moschea a Segrate. Andrà a finire che due spazi andranno agli islamici e uno spazio da dividersi tra le altre 29 richieste. Mi chiedo anche: gli altri dieci luoghi utilizzati oggi dai musulmani che fine faranno? Verranno comunque lasciati così, in modo che le moschee si aggiungano, invece che sostituire, i centri islamici preesistenti?”

Questa dichiarazione ci lascia tre spunti: 1) il pubblico è intervenuto a fronte di un’emergenza. E lì ci si doveva fermare. Rendere la comunità islamica un gruppo di sussidiati non li integrerà prima. Non li integrerà mai. 2) La religione Islamica è fortemente decentrata, cioè il modello meno adatto a conformarsi all’articolo 8 della Costituzione. L’unica cosa che possa peggiorare la situazione è se ogni Comune si mette ad agire da solo. I fondamentalisti sperano in crepe del genere, insinuarcisi è sempre molto comodi. 3) Escludere 28 gruppi è il modo migliore per creare attriti e rivendicazioni. Cioè l’esatto contrario della pace sociale.

Insomma, Majorino sta rischiando di rinfocolare tensioni che sarebbe meglio lasciar sopire. E tutto in nome di un buonismo che è il miglior nutrimento per l’odio di ogni età.

Luca Rampazzo

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