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MILANO VIOLENTA. Tutti i crimini di oggi in città. 16 gennaio 2014

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Accoltella il fratello per la musica troppo alta. Arrestato per tentato omicidio in fragranza di reato Claudio N, di 48 anni, che ha accoltellato il fratello con cui vive in via del Carroccio, a Cinisello Bslsamo, Antonio, 51enne, perché teneva il volume della musica troppo alto. L’episodio risale a ieri notte all’una, la vittima non è in pericolo di vita, è stata soccorsa in codice giallo al Niguarda e ha 15 giorni di prognosi. Ad allertare le forze dell’ordine è stato attorno all’1.40 il terzo fratello, sempre residente nello stesso appartamento di via del Carroccio assieme alla compagna, giunti sul posto gli agenti hanno trovato il personale del 118 già intento a soccorrere la vittima ferita da una coltellata infertagli poco prima alla schiena e hanno messo in manette Claudio N. Il fratello testimone ha raccontato di essersi coricato con la compagna nella propria camera, la sera, quando all’una ha sentito delle urla provenienti dalla camera di Antonio. Claudio aveva bussato alla camera della vittima per chiedergli di abbassare il volume dello stereo, era così nata una lite degenerata in accoltellamento. Arrivato in camera di Antonio, il terzo fratello lo ha infatti trovato sanguinante, colpito alla schiena da un coltello che Antonio aveva ancora tra le mani. Si tratta di un coltello da cucina. Chiamati i soccorsi e le forze dell’ordine Antonio è stato soccorso in codice giallo all’ospedale Niguarda dove gli sono stati dati 15 giorni di prognosi, l’uomo, fuori pericolo di vita, ha confermato il racconto del fratello riguardo all’aggressione nata per futili motivi. Claudio N.è stato messo in manette per tentato omicidio, 

Aggressione in un bar di via Chiesa Rossa. Ieri notte all’1.40: la vittima è la titolare, 23enne marocchina regolare, che voleva semplicemente chiudere il proprio locale in orario. Ad allertare le forze dell’ordine è stata la stessa giovane che ha riferito di essere stata presa per i capelli e strattonata da un soggetto a lei ignoto, nordafricano, di circa 25 anni. L’uomo, poi fuggito a piedi verso via Neera senza lasciare tracce, era tra gli ultimi clienti e non ha gradito l’invito della marocchina ad abbandonare il locale a orario di chiusura. Ha reagito prendendola per i capelli e percuotendola, minacciandola con un coccio di bottiglia. La giovane ha tentato di liberarsi e nonostante lo spavento, non ha riportato ferite, ha rifiutato le cure mediche. 

Vendono orologi rubati: 2 arresti in viale Padova. Fermati ieri sera in via Padova due georgiani sorpresi a fare affari in un compro-oro con orologi rubati in un appartamento nel fiorentino. Si tratta di un 42enne irregolare con precedenti e senza fissa dimora e di un 32enne senza fissa dimora ma regolare. I due soggetti erano stati notati dagli agenti a bordo di una volante in servizio in via Padova. Una volta intervenuti all’interno del negozio di compro oro denominato Golden Team, gli agenti hanno visto il titolare italiano trattare con i due georgiani per la vendita di alcuni orologi in oro poi risultati provento di furto. Il valore dei preziosi è ancora da stimare tramite perizia, i due georgiani sono stati fermati, il più anziano mentre “tirava il prezzo” aveva anche fornito generalità false al negoziante. 

Marocchino ruba scooter, poi viene arrestato. Arrestato per tentato furto un 38enne marocchino irregolare e con precedenti che aveva tentato di andarsene con uno scooter Honda all’una in viale Misurata. Ad allertare le forze di polizia è stato un residente che la scorsa notte ha sentito e visto tre soggetti nordafricani confabulare affianco a uno scooter. Il testimone ha descritto i soggetti come tre nordafricani, due di circa 25-30 anni e un terzo di circa 45: tutti e tre parlottavano vicino ad un’auto e uno di essi avrebbe poi spaccato il bloccasterzo di un motorino. Gli agenti giunti sul posto hanno identificato e seguito uno dei tre nordafricani in sella al motorino rubato, un Honda Sh 300, e lo hanno bloccato in via Lorenteggio. I due complici sono invece fuggiti a bordo dell’auto accanto a cui erano stati inizialmente avvistati senza lasciare traccia. 

2 furti in via Macchi. Doppio colpo per topi d’appartamento rimasti ignoti, martedì sera in via Mauro Macchi attorno alle 19.45. Ad allertare le forze dell’ordine è stata la proprietaria di una delle abitazioni “visitate” dai ladri, una 38enne italiana che rientrando alle 19.45 ieri sera ha trovato la porta di casa scassinata. Dalle stanze, messe totalmente a soqquadro, mancavano numerosi gioielli e due paia di chiavi di auto, di cui una di una Smart. Mentre gli agenti raccoglievano la denuncia della donna, la vicina di casa, proprietaria di un appartamento sullo stesso pianerottolo, una italiana di 45 anni, ha riferito di aver subito un furto in appartamento poco prima. Anche la seconda donna rientrando aveva trovato la porta scassinata ma non aveva ancora avuto tempo di valutare cosa fosse stato rubato. 

Due scippi, entrambi con vittime giovani cinesi. Ieri dopo le 21.30: i bottini, non ingenti, sono le borsette con portafogli e documenti. Il primo episodio si è verificato in via Treviso alle 21.40, ai danni di una 21enne cinese a cui è stata sottratta una borsa contenente il portafoglio, con pochi contanti, e un iphone. Ad allertare le forze dell’ordine è stato un residente che ha sentito le urla della vittima e della sua amica coetanea, aggredite mentre rientravano da un soggetto descritto come 25enne nordafricano. Il ladro sarebbe poi fuggito verso via Perticari, dopo un tentativo di inseguimento da parte delle due 21enni cinesi. alle 23.10 in via Mac Mahon, all’angolo con via Bramantino, è stato effettuato un altro furto ai danni di una giovane cinese, di 27anni. La vittima stava rientrando nel portone di casa quando è stata avvicinata a un soggetto a sua detta stranieri che le ha strappato di mano la borsetta per poi fuggire. NElla borsa erano contenuti documenti personali, un bancomat e 100 euro in contanti. Nessuna delle vittime ha richiesto soccorsi, in entrambi i casi i ladri sono rimasti ignoti. 

Pagano con banconote false: arrestati tre marocchini. Sorpresi martedì in un bar di via Baroni a pagare con una banconota da 100 euro falsa, addosso ne avevano altre 7. Si tratta di soggetti clandestini, già noti alle forze di polizia, ora in attesa di processo per direttissima: Said E Y di 35 anni, Abdelatif H. di 31, e Ahmadi W. di 39.
Ad allertare i carabinieri è stata una marocchina di 48 anni, che gestisce il bar denominato “Le mille e una notte”, locale dove i tre arrestati hanno tentato di pagare le loro numerose consumazioni della serata , attorno alle 23, con una banconota da 100 euro falsa. Intervenuti sul posto, i militari del nucleo radiomobile hanno trovato addosso ai tre altre 7 banconote false e li hanno arrestati per spendita di banconote false.

Arrestati 3 marocchini per spaccio. Martedì dai carabinieri in zona Lorenteggio tre soggetti con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, tutti e 3 marocchini senza fissa dimora. Le manette sono scattate in tre differenti circostanze, il primo ha 41 anni ed è stato bloccato alle 22 con 3 grammi di eroina e contanti, il secondo è di 25 anni, è stato bloccato in via Montegani con quantità di hashish non ancora stimata, il terzo era in possesso di 40 grammi di Hashish ed è stato bloccato in via Arqua alle 2 di notte. 

Ricercato per omicidio: arrestato a Rozzano marocchino. In manette ieri mattina a Rozzano un marocchino 37enne ricercato per omicidio dal tribunale di Bergamo e molesto verso la ex 32enne, connazionale. E’ proprio la donna, Karim K.connazionale, ad aver allertato ieri mattina i carabinieri segnalando che l’uomo la minacciava da dietro la porta della sua abitazione con atteggiamento molesto. Il soggetto fermato, non ci sono gli estremi per un arresto per stalking, è però risultato ricercato per due provvedimenti di cattura di cui uno definitivo relativo a giugno 2012 per rissa aggravata. Il “curriculum criminale” di Nabil Moussalim è stato considerato “notevole” dagli inquirenti e tra i reati c’è anche l’omicidio per cui è ricercato. L’episodio è quello dove fu ucciso Ahmed Ammerti, marocchino 47enne regolare titolare del Coconut Pub di Cortenuova (Bergamo) avvenuto ai primi di gennaio del 2013. Il marocchino aveva fatto irruzione nel locale minacciando e facendo sdraiare a terra tutti i presenti per poi sparare diversi colpi e uccidere il gestore. Le indagini relative a quella sparatoria avevano messo in luce anche un traffico di stupefacenti attorno al locale e un giro di persone considerate “balorde” che truffava o tentava di truffare, criminali. Il soggetto fermato ieri dai carabinieri di Milano, Nabil M., era stato in quella occasione raggiunto da un provvedimento restrittivo emesso dalla magistratura di Bergamo, non era tra i protagonisti del giro criminale, a quanto era risultato ma accusato di omicidio in concorso. L’uomo ora in carcere, già da giugno 2012 era sparito da Rozzano, trascorrendo anche alcuni mesi in Marocco, e dopo l’episodio di gennaio 2013, l’omicidio di Bergamo, era sparito nuovamente. Ieri è stato fermato per le accuse “accumulate”, tra cui spiccano omicidio e rissa aggravata, ma sull’episodio di minacce e molestie nei confronti della ex al momento non sono state sviluppate accuse. Non è noto il motivo della lite di ieri mattina e al momento non ci sarebbero gli stremi per l’accusa di stalking o maltrattamenti.

Approfitta della compagna disabile per due anni. Si sarebbe approfittato delle condizioni di infermità psichica della sua compagna, affetta da un grvae disturbo ossessivo compulsivo, per farsi mantenere. Si sarebbe fatto consegnare 800 euro al mese e avrebbe tentato di indurla a vendere un appartamento per ottenere benefici economici. Non solo, in diverse occasioni l’avrebbe violentata, una volta persino su una panchina di un parco cittadino e un’altra volta l’avrebbe costretta a fare sesso con un altro uomo conosciuto in un fastfood. E quando infine è stato denunciato dal fratello della presunta vittima, una 50enne di Segrate, ha violato tutte le misure di allontanamento sempre più severe disposte tra luglio e ottobre 2012 dal giudice per le indagini preliminari Paola Di Lorenzo, finché nei suoi confronti ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. E oggi per l’uomo, M. B. che interrogato ha dichiarato di aver “addestrato” la sua compagna, è arrivata la di condanna a 10 anni di reclusione. Tre anni e mezzo in più di quanto chiesto lo scorso dicembre dal pubblico ministero Luca Gaglio per i reati di circonvenzione di incapace, maltrattamenti e violenza sessuale aggravata dall’aver approfittato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della donna. La sentenza è stata emessa dal collegio della nona sezione penale presieduto dal giudice Fabio Roia davanti ai quali l’amministratore di sostegno della donna e i vicini di casa hanno dichiarato di averla sentita gridare per le botte che prendeva e perché lui non la lasciava alzarsi dal letto prima delle quattro del pomeriggio. Il collegio ha disposto una provvisionale di 100mila euro che l’imputato dovrà versare alla vittima, ma il risarcimento complessivo sarà stabilito in sede civile.

Rapinata e poi messa in ascensore e mandata all’ultimo piano del proprio condominio: la vittima è una 76enne residente in via San Paolino. 
Ad allertare le forze dell’ordine è stata l’anziana che non ha riportato ferite. Mentre rientrava alle 15.15 di ieri presso la sua abitazione la donna è stata avvicinata da due uomini mentre sostava al piano terra in attesa dell’ascensore. Gli aggressori l’hanno buttata a terra strappandole dal collo una catenina in oro e impossessandosi anche di un anello, sempre in oro, per un valore totale di circa 3mila euro. Prima di fuggire, a piedi i due uomini hanno trascinato la vittima all’interno dell’ascensore,nel frattempo arrivato al piano terra, e l’hanno mandata all’ultimo piano. L’anziana non ha saputo descrivere i due aggressori e non ha riportato ferite rifiutando le cure mediche. 

La Critica

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