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giovedì, 18 Aprile, 2024

MILANO, FUGA DA EXPO? Dopo le inchieste e le discutibili piramidi di largo Cairoli, le istituzioni sembrano nascondersi

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Dopo gli ultimi arresti della filiera Expo, l’inaugurazione sabato del primo padiglione si sapeva non sarebbe stata una grande festa. Quanto meno poche le acclamazioni. Si aggiunga un contestatissimo progetto dal punto di vista dell’estetica e della sua inquadratura in un contesto come largo Cairoli, e il flop è assicurato.

pisapia.1L’evento doveva lanciare la volata per l’ultimo anno di lavori e opere per Expo, ma il tono è rimasto dimesso. Grandi assenti il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Giuseppe Sala ha assistito giù dal palco, unica rappresentante delle autorità è Diana Bracco, presidente del Padiglione Italia e nel board di Expo fin dai tempi di Letizia Morati.

Presenti invece gli assessori Pierfrancesco Maran e l’omonimo Majorino, il vicesindaco Lucia De Cesaris, Andrea Fanzago, vicepresidente del Consiglio Comunale. Per la Regione presenzia il sottosegretario all’Expo Fabrizio Sala. Nulla di più. Nelle loro dichiarazioni tengono banco imbarazzo e nervosismo per le ultime inchieste, arriate fino al braccio destro dell’ad di Expo Giuseppe Sala, Angelo Paris. 

Insomma, per tutti poco da festeggiare, nonostante la parata in grande stile, con tanto di coriandoli, majorettes e palloncini che ha reso avvio da piazza San Babila alle 17:30 di sabato. Neanche il tentativo della solita parata Pd al taglio del nastro ha potuto scaldare i partecipanti (in realtà pochi), più occupati a discutere delle inchieste e a criticare quelle due piramidi di vetro ingabbiate in quelle che sembrano delle momentanee impalcature. 

Pochi giorni fa l’Expo era stato preso di mira anche dagli antagonisti milanesi, che hanno addirittura organizzato una 3 giorni di discussioni per organizzare sabotaggi e proteste contro l’esposizione internazionale, da loro giudicata solo fonte di ulteriori precarietà e degrado morale. 

Ciò che dovrebbe essere il momento più importante per la storia della città si potrebbe rivelare una pessima figura a livello mondiale. Un evento strappato con i denti alla rivale Smirne, finito per venire contestato dagli stessi cittadini milanesi e italiani, schiacciato dal peso delle tangenti e delle relative manette. Da opportunità che era e dovrebbe ancora essere, Expo 2015 si sta trasformando in un rischio, e i vari politici che ricoprono cariche istituzionali iniziano già a temere la contestazione dei cittadini.

Gabriele Legramandi

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