Record lombardo e milanese in materia di immigrazione: nel 2013 la Lombardia accentra circa un quarto del totale dell’immigrazione presente in Italia, valutato in 4 milioni 900mila (regolari e non). In Regione risultano esserci 13 stranieri ogni 100 residenti (nel 2001 il rapporto era di 5 a 100). Il record vero si registra però nella città di Milano, dove nel 2013 ci sono 20 immigrati ogni 100 residenti (nel 2012 erano 18-19). E’ quanto emerge dal XIII Rapporto Orim (Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità) sull’immigrazione in Lombardia, presentato oggi in Regione, relativamente all’incidenza della popolazione straniera.
Secondo Giulio Gallera, Consigliere e Coordinatore cittadino FI, “Quelli di Milano sono dati davvero molto allarmanti e assolutamente in contro tendenza”, e l’aumento degli irregolari è colpa “delle politiche buoniste e assistenziali del sindaco Pisapia”. Milano è infatti l’unica città lombarda che registra un aumento della presenza di irregolari, circa 5-6 mila casi in più, e che registra un tasso di irregolarità pari al 10%, il più alto in Lombardia. Politiche di tolleranza delle occupazioni, di accoglienza tout court, di sostegno a Rom e nomadi, le quali, secondo il coordinatore cittadino di Forza Italia, sono “permeate da un forte fanatismo ideologico” e “stanno portando a penalizzare l’offerta di servizi diretta ai cittadini italiani e stranieri regolari, creando, invece, eccessive tutele nei confronti di chi viola la legge. Una situazione allarmante a Milano che purtroppo – conclude Giulio Gallera – verrà esacerbata dalla scelta scellerata del governo di abolire il reato di clandestinità”. Sulla stessa linea Riccardo De Corato, Fratelli d’Italia: “Purtroppo non riesco a stupirmi di questi numeri. Con le politiche adottate da Pisapia non c’era alcun dubbio che gli stranieri arrivassero nella nostra città in massa”. “E non voglio neanche pensare a come sarà la situazione adesso che Renzi ha voluto togliere il reato di clandestinità” avverte l’ex vicesindaco.
La Giunta di Milano effettivamente continua a ritenere la presenza di stranieri in città un apporto fondamentale alla costruzione della loro sacra “socialità” cittadina. Lo dimostra l’approvazione di un’iniziativa quantomeno discutibile approvata ieri in Consiglio di Zona 2, con tanto di finanziamento: la manifestazione si terrà il 17 e 18 maggio e si intitola “Via Padova è meglio di Milano”, una festa che vuole celebrare il “laboratorio interculturale” del quartiere tra i più insicuri e discussi dlla città. Per realizzarla il Consiglio di Zona ha approvato un finanziamento di 3.000 euro.
L’attacco arriva dall’opposizione, e da Forza Italia è Silvia Sardone, consigliere di Zona 2, che alza la voce: “Un evento sicuramente lodevole per quanto riguarda il programma della festa ma clamorosamente, a partire dal titolo, in contrasto con la situazione deprimente di Via Padova e dell’intera zona”. “Il quartiere – spiega Sardone – è l’immagine del degrado delle periferie milanesi ed è la dimostrazione, senza possibilità di smentite, del fallimento di Pisapia e delle sue (non) politiche di integrazione e inclusione”.
In via Padova e nelle vie adiacenti non si contano più i furti, le risse, i rifiuti abbandonati ovunque. Poi lo spaccio alla luce del sole e la prostituzione a tutte le ore del giorno. Silvia Sardone invita il Sindaco a rendersi conto della vera situazione, al di là degli slogan: “Pisapia, chiuso nelle stanze di Palazzo Marino, dovrebbe farsi un giro in Via Padova e rendersi conto della situazione difficile che vivono ogni giorno i cittadini del quartiere. Altro che simbolo del rinnovamento di Milano in versione multietnica – conclude Sardone – Via Padova, purtroppo, non è meglio di Milano”.
Gabriele Legramandi
