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mercoledì, 24 Aprile, 2024

MILANO, ISOLE DIGITALI O AREE PICNIC? Alessandro De Chirico (FI), denuncia lo stato di degrado in cui versano

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Raccogliamo e riproponiamo la segnalazione di Alessandro De Chirico, componente del coordinamento cittadino di Forza Italia Milano e consigliere di Zona 7, in merito alla condizione i cui versano le isole digitali:

De Chirico spilla FICon l’arrivo della bella stagione, e a distanza di sei mesi dall’inaugurazione, le isole digitali sparse per Milano sono diventate vere e proprie aree picnic, angoli tecnologici dove potersi rifocillare sull’asfalto rovente del paesaggio urbano milanese. Il progetto che vorrebbe far diventare Milano una “smart city”, paragonabile alle metropoli europee e mondiali, è stato finanziato con fondi europei stanziati da Regione Lombardia per la vittoria del Comune di un bando del 2013, mentre i partner privati hanno sborsato circa tre milioni di euro in base al settore di competenza – sistemi operativi, cablaggio, illuminazione, assicurazioni, etc .

isole 2Il Comune non ha speso un solo centesimo, ma l’amministrazione non può nascondersi dietro a questo, dovendo garantire sia il decoro che la sicurezza di chi usufruisce del servizio. Oggi le isole digitali sono utilizzate da tutti fuorché i turisti, sempre che non siano così ingenui da volersi far derubare dello smart phone o del PC portatile. Sono contenti gli sponsor – Microsoft, Telecom, Ducati Energia, Linear Assicurazioni, a2a, Bee – per come sono frequentate le isole digitali?

Le foto mostrano rom che utilizzano le cosiddette ciabatte elettriche per ricaricare i propri cellulari o per ascoltare musica – in particolare i Gipsy Kings – ad alto volume. C’è chi utilizza le adiacenti aiuole verdi per organizzare pranzi comunitari all’ombra di uno striminzito alberello. C’è chi si sdraia sulle panchine per riposarsi un po’ dopo una faticosissima giornata passata a mendicare. Non si tratta di razzismo, ma si denuncia questa situazione per Amore di Milano mentre le Forze dell’Ordine hanno l’ordine tassativo di non controllare i documenti agli extracomunitari perché protetti dall’amministrazione aranciorossa.

È questa la città che vogliamo presentare ai 70.000 visitatori esteri stimati giornalmente per i sei mesi di Expo 2015?     

La Critica

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