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venerdì, 19 Aprile, 2024

Lombardia traino fiscale dell'Italia

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Un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia rivela che il Nord paga il doppio delle tasse rispetto al Sud: il valore medio annuo si aggira ai 10.229€ per il Nord e la metà, ovvero 5.841€ per il Mezzogiorno.
Al Centro lo sforzo fiscale pro capite ammonta sui 9.485€.
Il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo, tenendo conto dell’art.53 della nostra Costituzione, dichiara che gli individui sono tenuti a pagare per le spese pubbliche in ragione delle loro capacità contributive.
Ciò significa che nei territori in cui si ha maggiore ricchezza, vengono versati più contributi rispetto a quei territori in cui le condizioni non concedono uno stesso pagamento. Questo giustifica quindi il divario territoriale che scaturisce da queste analisi. Ricorda inoltre il coordinatore che laddove il reddito è maggiore, il gettito fiscale è più alto, di conseguenza la quantità e la qualità dei servizi forniti sono più elevati.
La causa di questo divario è soprattutto dovuta al forte squilibrio economico del Paese: su 60.8 milioni di abitanti in Italia, il 45.7% risiede al Nord e il 34.4% al Sud. Su 24.3 milioni di occupati nel Paese, il 51% lavora nel Settentrione e il 27.3% lavora nel Meridione. Con una ricchezza annua di 1.612 miliardi (ovvero il PIL Nazionale), il 55.2% viene prodotta al Nord e il 22.8% al Sud. La spesa complessiva annua sostenuta dalle famiglie italiane ammonta a 994 miliardi, di questi, il 52.8%è riconducibile al settentrione e il 26.4 per cento al meridione;in termini di imponibile Irpef, infine, il valore assoluto nazionale e’ pari a 777.5 miliardi di euro, di cui il 54.5% ad appannaggio del Nord e il 24.3% di pertinenza del Sud.
Analizzando la situazione a livello regionale, la Lombardia è al primo posto di questa particolare classifica: ogni residente, infatti, versa mediamente 11.284€ al fisco e ai governi locali. A seguire vi sono i residenti della regione Lazio con 10.426€ e poi quelli del Trentino Alto Adige con 10.320€.
Seguono i residenti in Emilia-Romagna con pagamenti di 10.310€ e quelli della Liguria con 9.747€; chiudono la classifica i campani con 5.854€, i siciliani con 5.556€ e infine, i calabresi con 5.183€.
Per quanto riguarda la media nazione, si afferma sui 8.572€ per abitante, di cui 6.989€ vanno nelle casse dello Stato (81.5% del totale), 903€ vanno alle Regioni (10.5% del totale) e solo 680€ (7.9%) vanno agli Enti Locali (Comuni, Province e Comunità Montane).
Nei primi 5 mesi dell’anno, le entrate tributarie e contributive hanno evidenziato un aumento dell’1.4%, ovvero 3.5 miliardi di euro, rispetto allo stesso periodo del 2015; la CGIA spiega che nel 2016 la pressione fiscale è destinata ad affermarsi al 42.8%, 0.7 punti in meno rispetto all’anno scorso.
Renato Mason, segretario della CGIA, spiega che questa riduzione è attribuita al piccolo rafforzamento dell’attuale ripresa economica, all’abolizione della TASI sulle prime abitazioni, al riconoscimento alle imprese di un extra costo del 40% sugli investimenti effettuati quest’anno e all’eliminazione dell’IRAP sulle aziende agricole.
Il Governo Renzi dovrà, al fine di evitare una nuova stangata, trovare 15.1 miliardi di euro per salvaguardare la clausola di salvaguardia introdotta con la legge di Stabilità 2015. Se ciò non avverrà, nel 2017 subiremo un forte aumento dell’IVA.
Max Buonocore

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