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venerdì, 19 Aprile, 2024

MILANO AFFONDA. Il Seveso esonda ancora, ma ora non è più colpa del Sindaco

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Ora è colpa della Regione, nel 2012 era stata colpa della Provincia, mai del Comune di Pisapia. Parliamo dell’esondazione del fiume Seveso, che ieri mattina ha allagato la zona nord di Milano con acqua alta 20 cm, negozi allagati, cantine pure, e circolazione interrotta in molti tratti. Un panorama non certo nuovo ai cittadini del quartiere Niguarda, che subiscono 2 o 3 esondazioni all’anno da ormai 40 anni, a volte leggere altre volte più pesanti.

Milano, il Seveso esonda e allaga le vie di NiguardaInteressante la reazione degli esponenti comunali, che con diversi mezzi si sono affrettati ad attribuire le colpe alla Regione, colpevole di non aver portato avanti le opere necessarie per abbassare le portate della piene a Milano, all’imbocco di via Ornato. Qualche anno fa invece la colpa era stata della Provincia, che non aveva chiuso in tempo, secondo il Comune, le paratie del canale scolmatore di Palazzolo.

Intanto rispolveriamo la foto messa in copertina a questo articolo: risale al 2010, dopo una piena devastante del Seveso, e a reggere il cartellone con la scritta “La vera calamità per Milano: il sindaco” sono Marco Granelli, Pierfrancesco Majorino, Pierfrancesco Maran e Maurizio Baruffi, ai tempi consiglieri comunali di opposizione. Oggi i primi tre sono assessori, e il quarto è il capo di gabinetto del sindaco. A distanza di 4 anni, i quattro moschettieri del Seveso cos’hanno fatto di nuovo per evitare che ciò accada?

Le squadre della protezione civile e della Polizia Locale sono giunti sul posto in notevole ritardo, ormai a cose fatte. L’apertura del canale scolmatore, che da Palazzolo porta le acque del Seveso fin nel Ticino, è stato regolarmente aperto, ma non ha potuto evitare che la portata della piena a Milano superasse quei 40 metri cubi al secondo, limite oltre i quali il fiume sfonda la tombinatura cittadina. Le strade si sono subito allagate, allagati anche i marciapiedi, le auto sollevavano onde piene di fango e detriti che investivano in pieno i passanti, già in difficoltà nel muoversi. Purtroppo il copione è sempre il solito da 40 anni.

Milano, il Seveso esonda e allaga le vie di NiguardaIl problema nasce a monte: l’intensa ed estesa urbanizzazione dei comuni a nord di Milano, dagli anni ’70-’80 in poi, ha costretto il Seveso a imbrigliarsi in molti tratti cementificati, deviando il suo naturale deflusso per permettere ulteriori urbanizzazioni e cementificazioni. Ciò ha impedito alle acque del fiume di potersi assorbire regolarmente nel terreno, e a ciò si aggiunge la confluenza diretta nel fiume degli scoli fognari dai tombini di Paderno Dugnano, Cusano Milanino, Cormano, Bresso, Cinisello Balsamo. Tutta quest’acqua deve imbucarsi nel canale sotterraneo di via Ornato, con una portata teorica di 45 metri cubi al secondo, ma basta raggiungere i 40 per causare un’esondazione visti i detriti che si accumulano durante le piene.

Per evitare che a Milano giunga un quantitativo d’acqua superiore a quello sopportato, negli anni 80 è stato inaugurato un canale scolmatore della portata di 35 metri cubi al secondo, che in caso di piena porta le acque in eccesso dal tratto di Palazzolo fino al fiume Ticino. Ciò però non è sufficiente quando le piene raggiungono volumi come 80, 90 o anche 100 mc/s (come la piena del 2010 di cui parla lo striscione). Per questo, la Regione, in accordo con tutti gli enti locali coinvolti, ha avviato da anni un progetto per l’installazione di vasche di laminazione delle piene lungo tutta la tratta del Seveso, soprattutto a valle del canale scolmatore di Palazzolo.

Tale progetto procede a rilento, innanzitutto per le preoccupazioni dei comuni a nord di Milano, non esattamente motivati a costruire vasche per milioni di metri cubi d’acqua nei loro territori già densamente abitati, oltre alla difficoltà di individuare aree adeguate. Il progetto più avanzato in tal senso riguarda le vasche di laminazione a Senago, ancora però in alto mare.

Una questione quindi che rimane irrisolta nonostante il cambio di guardia in Comune. La battaglia sul Seveso era stata uno degli assi portanti della campagna elettorale del 2011, che voleva tutte le esondazioni imputabili all’ex sindaco Letizia Moratti. A dimostrazione di ciò, le cariche ora ricoperte dal quartetto dello striscione in foto. Il Seveso comunque continua a esondare, nonostante destra o sinistra, ed è il caso che la si smetta con continui scaricabarile politici e si lavori insieme per trovare una soluzione a un problema che è destinato solo a peggiorare.

Gabriele Legramandi

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