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sabato, 20 Aprile, 2024

MILANO, 8 KM DI IDEOLOGIA. Da piazza Castello a via Padova, Fdi-An: “Non c’è nulla da festeggiare”

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Ieri è proseguita la festa di quartiere di via Padova, secondo gli organizzatori il “meglio di Milano”. Molte sono state le critiche a quella che appare come l’esaltazione di un quartiere della città ostaggio della criminalità causata dalla presenza di molte etnie diverse in poche vie. Di oggettivo ci sono i dati, che parlano di continui furti, scippi, rapine, spaccio e altri reati.

La festa di via Padova ieri è stata collegata grazie a un lungo asse pedonalizzato che partendo da piazza Castello, da poco pedonalizzate e trasformata in un suk, passava per via Dante, Duomo, San Babila, corso Venezia, corso Buenos Aires fino alle vie parallele a via Padova. Corso Buenos Aires è stato proclamato“il miglio delle culture”, con danze, mostre e allestimenti provenienti da diverse culture e diverse etnie.

Giornata di trionfo per l’ideologia arancione sdoganata in città da qualche anno a questa parte. C’è chi però non vede tutti questi motivi di festeggiare qualcosa che invece appare come molto più complesso e difficoltoso da come viene dipinto dalla giunta Pisapia. Tocca a Fratelli d’Italia con un lungo comunicato a dare conto di ciò che secondo loro ha veramente portato la multiculturalità in città, specialmente in riferimento a viale Padova. Riportiamo per intero la denuncia ritenendola sufficientemente dettagliata:

“In via Padova è andata in scena la ennesima festa etnica. L’evento organizzato, e in parte sponsorizzato, dal Comune dal consiglio di Zona. Che evidentemente non si accorgono, o non vogliono vedere, che il quartiere è lontanissimo dall’integrazione. E che non c’è nulla da festeggiare.

decoratoBasta ricordare che lo scorso 7 maggio via Padova è stata ancora una volta teatro di violenza. Due donne marocchine sono rimaste ferite nel corso di una rapina. L’aggressore è un rumeno che le ha anche insultate, strattonate e picchiate. Mentre questa strada continua a essere un porto franco, un’area nella quale le diverse etnie che ci abitano sono libere di picchiarsi fra loro, l’amministrazione arancione pensa alla festa etnica nel quartiere.

Ma che senso ha? Cosa festeggiamo in una strada dove l’integrazione non esiste e gli immigrati si picchiano e si picchiano fra loro? Basta scorrere la cronaca degli ultimi mesi per capire che in via Padova non c’è proprio niente da festeggiare, visto che la maggior parte dei casi di violenza riguarda proprio gli stranieri.

Lo scorso 10 marzo una donna è stata rapinata di 500 euro e del cellulare da due uomini. Il 2 novembre, nel giro di poche ore, si sono verificati altri due casi di violenza: una rapina a pochi passi dal parco Trotter e un accoltellamento ai danni di una ragazza ecuadoregna. A settembre, poi, si era verificato l’ennesimo caso di lite tra stranieri, due dei quali, un moldavo e un romeno, erano stati gravemente feriti da un gruppo di bulgari con un coccio di bottiglia e per questo sono finiti in ospedale.

Il 3 luglio, poi, una donna era stata stuprata da un peruviano irregolare e qualche giorno dopo, il 5 luglio, un ragazzo era stato massacrato di botte per rubargli la moto. A fine giugno, sempre nel quartiere, c’era stata una maxirissa davanti a una discoteca, conclusasi con un buttafuori accoltellato da un gruppo di nomadi. Sempre a giugno si erano pestati due gruppi di cinesi e nordafricani ubriachi.

Questi episodi dimostrano che via Padova è un posto dove può succedere di tutto e dove c’è da avere paura a uscire di casa. Un quartiere lasciato in balia di clandestini e gang straniere. Il Comune continua a parlare di integrazione in quell’area di Milano, invece via Padova è sempre più vittima del degrado e della guerra fra bande criminali. Oppure della criminalità predatoria, che non si ferma neanche davanti alle donne indifese. Non è una strada multiculturale, via Padova è diventata la strada delle risse, della violenza e delle rapine. Nella quale non c’era proprio nulla da festeggiare”.

Gabriele Legramandi

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