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sabato, 20 Aprile, 2024

MARO', NUOVO RINVIO, L'INDIA RIDICOLIZZA I NOSTRI POLITICI. La Bonino si indigna, Letta si appella alla UE e gli indiani ridono loro in faccia

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La Corte suprema di New Delhi, incaricata di esaminare il ricorso italiano sulla vicenda dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha fissato una nuova udienza per martedì 18 febbraio. Per assistere all’udienza era giunto a New Delhi dall’Italia il ministro della Difesa, Mario Mauro. Il nodo rimane la legge anti-pirateria, che la Procura ha chiesto di applicare ma senza evocare una richiesta di pena di morte.

Nell’udienza di oggi alla Corte suprema di New Delhi sul la vicenda dei marò, il giudice Chauhun ha ascoltato la pubblica accusa, che ha confermato la richiesta dell’applicazione nella vicenda della legge per la repressione della pirateria (Sua act), e la categorica opposizione ad essa da parte dell’avvocato della difesa italiana Mukul Roahtgi.

A questo punto il giudice ha detto: “Capisco che di fronte a questa situazione sono io che devo decidere”, e ha rinviato per questo l’udienza al prossimo 18 febbraio. Da parte sua Roahtgi ha annunciato la presentazione di una specifica memoria di opposizione all’applicazione del Sua act per il processo dei marò.

La Procura generale indiana ha presentato in Corte suprema un’ipotesi di accusa basata sulla legge anti-pirateria (Sua Act), in una versione però “light”, senza evocare una richiesta di pena di morte. Ipotizzando cioè un’accusa per violenze in base ad un articolo della legge che comporta fino a dieci anni di carcere.

Si tratta di una richiesta “inaccettabile”. Così il premier, Enrico Letta, su Twitter ha criticato duramente “l’imputazione proposta dall’autorità indiane”. “L’uso del concetto di terrorismo”, ha sottolineato, è “da rifiutare in toto. Italia e Ue reagiranno”.

“Abbiamo riproposto con forza la richiesta che i marò tornino in Italia” in attesa di una soluzione sul processo. Lo ha detto l’inviato del governo sul caso, Staffan de Mistura, dopo l’udienza della Corte suprema.

L’avvocato del team italiano, Mukul Rohatgi, ha definito “inaccettabile” la soluzione indicata dal governo di applicare la legge antiterrorismo del Sua Act, anche senza l’articolo che prevede la pena di morte. “Continueremo – ha aggiunto – a batterci contro la decisione di utilizzare la legge anti terrorismo Sua Act”.

“Il capo d’imputazione presentato in India dall’Attorney General è assolutamente sproporzionato e incomprensibile: assimila l’incidente a un atto di terrorismo. L’Italia non è un Paese terrorista”. E’ quanto sottolinea Palazzo Chigi in una nota.

La Critica

 

 

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