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venerdì, 19 Aprile, 2024

LA SCUOLA COME RISCOSSA. Renzi dà l'assalto alla roccaforte del nemico

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Non ci si illuda, non assisteremo ad alcunchè si possa definire innovativo. Nemmeno, ovviamente, rivoluzionario. Siamo piuttosto davanti ad un altro fronte di scontro tra Renzi ed il Sindacato. Ieri vi abbiamo raccontato come la Madia abbia cancellato mille sindacalisti con un colpo di spugna, oggi vi racconteremo di come la Giannini voglia bruciare lo stipendificio da dove prendono le risorse per resistere. La manovra a tenaglia non riuscirà, probabilmente, ma l’audacia possiede in sè il genio, diceva Goethe. Magari dei danni li farà. Magari. Di certo non ci si illuda di trovarsi di fronte ad una riforma liberale. Non è il caso.

Siamo di fronte ad alcuni principi abbastanza semplici: gli insegnanti devono insegnare. Non fare altro. Non prendere lo stipendio come bonus di una posizione di privilegio, cui si accede dopo anni di attese. E si deve pagare solo per ciò che si ha. Ovviamente questa è la teoria. Nemmeno la Giannini crede davvero che riuscirà a imporre merito e disciplina nella più grande riserva Indiana della nostra P.A. Infatti non pensa nemmeno a licenziare gli improduttivi o a dare realmente la possibilità di scegliere il meglio, tramite un sistema di voucher come in Inghilterra per esempio. Si limita ad invocare il merito e a chiedere sgravi fiscali per le scuole private.

Sul merito nella scuola ci sono da dire un paio di cose. Gli insegnanti, tramite i sindacati, ne faranno il loro Vietnam. Non possono accettare delle valutazioni serie. Se lo facessero perderebbero istantaneamente il diritto più grande mai conquistato: poter fare in linea di massima quello che si vuole ed in via assoluta di NON fare quello che NON si vuol fare. Questo principio è troppo comodo, troppo forte e troppo sicuro per ammettere deroghe e tanto meno per ammettere deroghe in cambio di mero denaro.Per cui si cavillerà per ogni riforma, ogni articolo e comma. Si impantanerà ogni avanzata e saboterà ogni tavolo. Non ci sarà collaborazione, Ministro. Prima accetterà questa realtà meglio sarà.

Inoltre c’è il problema di lasciare la gente libera di scegliere. Il punto è che questa scelta non viene mai intesa tra scuole pubbliche, ma solo pubbliche/private. Ma perchè? Perchè semplicemente non ci mettiamo d’accordo che lo stato ti garantisce un bonus e tu lo puoi spendere dove ti pare e come ti pare? Perchè non ci mettiamo d’accordo che gli insegnanti li assume il Preside e non il Ministero e non li pagano direttamente i genitori (con il bonus di cui sopra)? Se dobbiamo scontrarci con i sindacati, ormai auto nominatisi custodi del privilegio e difensori dell’iniquità, perchè non lottiamo per un sistema DAVVERO competitivo?

Risposta: perchè il Ministro ragiona per i prossimi 30 anni. 30 anni sono un sacco di elezioni che coinvolgono le 5 milioni di persone che orbitano attorno al pianeta scuola. Tanto, troppo, tempo. Tante, troppe, elezioni. Ministro, sia coraggiosa, faccia una riforma che calcola le conseguenze sui prossimi 3 minuti ed i valori coinvolti sugli ultimi 3000 anni. Lasci stare i prossimi tre decenni. Lasci stare i tre precedenti. Per una volta, ragioni in assoluto sui valori e nel presente per il resto. Ad ogni cosa penserà il genio che vive e prospera nell’audacia.

Luca Rampazzo

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