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mercoledì, 24 Aprile, 2024

LA NUOVA MANOVRA DI RENZI. Come da tradizione, un piano deficiente

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Non che si possa dire che Cottarelli non ci avesse avvisati. Questi tagliano cento e spendono centouno. Quando va bene. Quando va male siamo sui duecento. Dopotutto con la spesa pubblica in costante aumento da vent’anni perchè non provare qualcosa di diverso? Per esempio spendere di più, dice il Fiorentino. E le pecore di tutti colori a belare compiaciute. Non insisterò oltre sui fatti di cronaca, tanto sappiamo già il finale di questa squallida storia. Faremo crack. E’ scritto. Preoccupiamoci quindi della ricostruzione di questo paese. Partendo, almeno per una volta, dai principi.

Dice Renzi: faremo deficit, così rimetteremo in moto l’economia e questo ripagherà il debito generato. A parte il fatto che questo non è mai storicamente successo, il problema è che la cosa è in sè immorale. Chiariamo un punto, tutto questo discorso verte su un assunto. Chi crea i problemi ha il dovere morale di risolverseli. Avete presente quella pubblicità progresso contro l’inquinamento? Quella in cui si buttavano rifiuti in un culla riempiendola? Ecco, Renzi propone di fare lo stesso col debito. Si arrangi il neonato a farsi spazio, a lui serve solo far sparire la monnezza il prima possibile.

Secondo motivo di immoralità: come verranno usati questi soldi? Per tagliare le tasse? Ma figuratevi. Chi paga le tasse produce e nella mentalità cattocomunista è un capitalista. Un araldo dell’Inferno. No, di tagli nemmeno l’ombra, molto meglio spendere ancora. Aprendo cantieri, foraggiando amici degli amici, tenendo in piedi il settore edilizio a cui hai tagliato scientemente le gambe. “Se corre tassalo, se si muove ancora regolalo, se non si muove più sussidialo” diceva Reagan. Prima mettono l’Imu, che tanto non provocherà danni no? Poi cominciano con le minchiate del consumo di suolo, della classe energetica, dell’impatto ambientale. Alla fine fanno costruire lo Stato. Tutto già visto.

Ultimo motivo di immoralità: il pareggio di bilancio ce lo chiedeva la storia, non l’Europa. Rinunciarvi, perchè di questo si parla, è un insulto alla nostra storia. La storia di un popolo che nonostante tutto i debiti li pagava. Oggi stiamo dichiarando al mondo che non solo non ci riusciremo, ma che non vogliamo nemmeno provarci, perchè, per farlo, dovremmo curarci da quella mania di controllo che ci affligge ormai a livelli psichiatrici. L’economia, l’ambiente, la libera iniziativa. Tutto vogliamo sia regolato. Per tutto vogliamo una legge. Non ne abbiamo mai abbastanza. Senza ricordarci, con colpevole amnesia, che l’unico comando a cui non si può disobbedire, memento mori, lascerà i nostri figli poveri ed i nostri nipoti disgustati.

Non fatelo per l’Europa, fatelo per il Sangue del vostro Sangue. Mai più debito. Mai più catene.

Luca Rampazzo

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