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giovedì, 28 Marzo, 2024

La Lega Nord contro la civiltà

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Una volta gli intolleranti si vergognavano di esserlo. Nessuno, negli anni ’80 si sarebbe definito razzista, per esempio. Non a caso, nonostante la Lega prendesse voti, nessuno diceva di essere leghista. Tranne, ovviamente, pochi “militanti” che difendevano le sparate del Senatur e dei suoi accoliti a spada tratta, anche quando erano del tutto indifendibili.

Oggi le cose sono cambiate. Oggi l’intolleranza pare essere diventata di moda e, addirittura, gli intolleranti si vantano di esserlo accusando di “buonismo” chi non lo è. Insomma, oggi se vuoi essere degno di stima devi pretendere ruspe per i poveracci che vivono nelle baracche, galera a vita, botte e torture per qualunque piccolo delinquente (per poi essere garantisti e tolleranti con i potenti che rubano l’inverosimile), repressione per chiunque sia “diverso” e intolleranza a trecentosessanta gradi.

L’ultima moda, a parte l’intramontabile tema dell’immigrazione, è il terribile pericolo della “teoria del gender”, teoria, come ho già avuto più volte modo di dire, inesistente. Questa fantomatica ideologia è infatti solo un’accozzaglia di cavolate senza senso e ridicolaggini varie che gli omo-transfobici attribuiscono al movimento glbt, ma che quest’ultimo non sostiene. Ben altra cosa sono gli studi di genere, che esistono, pur con nomi diversi, da che esiste lo studio della psiche. Da sempre, infatti, psicologi, psicanalisti, psichiatri, antropologi si sono chiesti le origini dei ruoli di genere, delle caratteristiche morali e comportamentali attribuite agli stessi e delle credenze su uomini e donne tipiche delle varie società.

Nessuno, si tranquillizzino pure gli animi di sentinelle in piedi e compari, vuole resettare i generi, appiattire le identità su un unico modello, insegnare ai bambini a mettere la gonna e alle bambine a comportarsi da maschio. Nessuno vuole parlare ai bambini di sesso o spiegar loro come masturbarsi. Queste istanze esistono solo nella mente degli avversari del gender, gente distaccata dalla realtà che passa il tempo a combattere i fantasmi. Quello che invece si vorrebbe fare nelle scuole è insegnare agli studenti, a ognuno in modo diverso a seconda dell’età, ovviamente, il rispetto per gli altri, per le diversità e per le varie identità. Si vuole insegnare la parità tra maschi e femmine e non negare le differenze. La scuola infatti ha ancora un sistema educativo maschilista, che trasmette l’idea che la donna sia inferiore all’uomo. Pensate solo ai problemi delle elementari. O ai racconti dei libri per bambini. Nel testo si vede spesso la mamma che fa la spesa, che fa le pulizie, che cura i bambini, mentre il papà è sempre quello che guadagna di più, che “porta i pantaloni”. Quel che si chiede è l’introduzione di testi che vedano anche il padre far la spesa e la mamma guadagnare di più, per insegnare ai bambini che tutte le persone hanno pari dignità. Ma questo agli anti-gender non piace. Loro la moglie la vogliono sottomessa e obbediente, mentre il marito deve comandare ed essere servito.

Anche sul fronte glbt si vuole solo insegnare a non discriminare, non insultare, non bullizzare i ragazzini e le ragazzine glbt (o percepiti come tali). E tra questo e “insegnare a fare sesso” c’è una bella differenza.

Detto questo, mi sembra che insegnare il rispetto per tutti e la convivenza civile tra le persone sia cosa buona e che, anzi, dovrebbe essere scontata. Eppure non lo è. Anzi, pare sia vista molto male. I leghisti hanno manifestato in parlamento con cartelli squallidi con scritto “giù le mani dai bambini” perché, a quanto pare, insegnare il rispetto è una cosa gravissima, che potrebbe perfino far diventare i loro figli delle persone civili! E non sia mai! I loro figli devono crescere educati dai grugniti dei loro compagni, o, meglio, camerati, di partito e gli insulti a neri, gialli, rossi, verdi, blu, arcobaleno e chiunque altro non sia “padano”, intollerante, violento. Ai leghisti non va giù che possano esistere persone diverse da loro e che qualcuno arrivi perfino a pensare di poterci convivere pacificamente con una vicendevole accettazione. Che poi questi si permettano di voler insegnare la loro civiltà nelle scuole, non può essere tollerato! Basta “buonismo”! Viva la violenza, il razzismo, l’omo-transfobia e la repressione. Basta la cultura, la differenza, la varietà. Viva i grugniti, l’ignoranza, la censura!

I parlamentari leghisti, con i loro cartelli intolleranti, hanno dato l’ennesimo spettacolo di squallore all’italiana. È vergognoso che nel parlamento di un paese come l’Italia, con la storia e la cultura che il nostro Paese ha, avvengano cose di tale bassezza. Il parlamento dovrebbe essere il luogo del dialogo, del dibattito, della serietà. E invece assomiglia sempre più a un circo di pessima qualità che mette in scena spettacoli tristi e penosi, con pagliacci che non fanno ridere e animali spelacchiati.

A questi signori che hanno tenuto alti con orgoglio i loro cartelli pieni d’odio, voglio inviare il loro stesso messaggio. Noi persone civili non vogliamo che i bambini crescano razzisti, omo-transfobici e intolleranti. Non vogliamo che nelle scuole siano diffusi i vostri messaggi d’odio e intolleranza. Quindi, cari i miei leghisti: giù le mani dai bambini!

Enrico Proserpio

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