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martedì, 23 Aprile, 2024

GLI ETRUSCHI A TAVOLA

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di Fabiola Favilli

L’Etruria propriamente detta corrisponde alla Toscana ed all’alto Lazio, e questo territorio è tuttora pervaso della sua cultura. Il paesaggio, la cura della campagna, lo sviluppo delle località costiere, perfino la pronuncia della “c” dolce, tipica dei toscani, ci parla di etruschi. Non meno importante è la traccia della loro cultura nella cucina tipica, in particolare nella presenza delle minestre di verdure, legumi e cereali nei nostri pasti: il farro ad esempio era largamente usato, insieme alle verdure di stagione, a costituire la tipica pietanza etrusca, che veniva preceduta da un antipasto di noci, nocciole ed uova bollite. Le carni od i pesci arrostiti su spiedi o graticole rappresentavano la terza portata, ed in genere i pasti si concludevano con frutta fresca e formaggio pecorino condito con il miele. Non meno importante era la presenza del vino sulla mensa, opportunamente diluito con acqua ed ingentilito con miele, spezie e frutta. Questa è tuttora la linea su cui si basano i pranzi tipici toscani, nonostante le varianti locali e gli stili che si sono succeduti nei secoli.

Preziosa la descrizione del pasto etrusco di Diodoro Siculo che ci dice “Gli Etruschi preparano due volte al giorno tavole sontuose e tutte le altre cose appropriate a un lusso eccessivo, allestendo banchetti con biancheria e ricami colorati, coppe d’argento di vario tipo, ed hanno pronto e a disposizione un numero non piccolo di domestici per servirli, alcuni di questi ultimi di straordinaria avvenenza, mentre altri sono adorni di vesti più sontuose di quanto spetterebbe alla loro condizione di servi”.

L’opulenza etrusca era ben nota ai romani che nello stesso periodo avevano ancora abitudini frugali: questi erano convinti che gli etruschi mangiassero e bevessero molto, tanto che nacque lo stereotipo dell’etruscus obesus, trasmesso perfino da poeti come Catullo e Virgilio. Le ragioni di quest’idea erano molteplici: spesso i notabili etruschi era raffigurati sui loro sarcofagi in evidente sovrappeso ed ornati da gioielli, per sottolineare il loro rango sociale. Inoltre la società etrusca, più strutturata di quella romana, produceva cibo in modo sistematico, coltivando, allevando, raccogliendo miele ed impiantando saline. Infine il genio politico dei romani aveva ben sfruttato il tema degli etruschi troppo grassi per fare la guerra: presso la vera potenza del Mediterraneo, la Grecia, essi rappresentarono i loro ammirati nemici come soldati inadeguati, togliendo loro inevitabilmente la possibilità di allearsi con gli Achei.

Visitare gli itinerari toscani significa conoscere gli etruschi attraverso non solo ciò che di tangibile ci rimane di loro, come le tombe od i corredi funerari da cui ricostruiamo le loro abitudini sociali ed alimentari, ma anche attraverso il paesaggio e la cucina tipica attuali.

Ipotesi di itinerari:

In Toscana: Arezzo Museo Archeologico Nazionale, Cortona, Volterra, Firenze Museo Archeologico Nazionale, Vetulonia, Roselle ed il Museo Archeologico di Grosseto, Populonia,

Nel Lazio: Tarquinia Necropoli e Museo Archeologico Nazionale, Necropoli di Cerveteri, Roma Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

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