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giovedì, 28 Marzo, 2024

ELEZIONI EUROPEE: continua l’avanzata di Wilders in Olanda

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Razzismo: Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la ‘purezza’ e il predominio della ‘razza superiore’. (fonte Enciclopedia Treccani). Detto questo possiamo iniziare.

A due settimane dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, i partiti che sostengono i valori nazionalisti ed anti europeisti, potrebbero rendere queste elezioni  un evento storico e di riscatto dei valori propri dell’Europa e dei suoi popoli.

Cercando di creare un gruppo parlamentare con l’olandese Geert Wilders e gli altri partiti di destra, Marine Le Pen spera di creare una forza in grado di fare diventare la l’Europa una comunità di popoli e non un’unione bancaria a guida tedesca e sottomessa a quelle culture che nulla hanno a che fare con la nostra civiltà.

In Olanda a guidare il maggior partito politico anti europeista è Geert Wilders, leader del PVV, partito di destra che non vuole solo cambiare in meglio l’Europa ma vuole mettere freno anche a quella invasione silenziosa a cui assistiamo tutti i giorni sulle coste siciliane e difendere il nostro continente da quell’egemonia psicologica delle sinistre e dei suoi ospiti nonché aspiranti elettori, e non a caso, Wilders viene costantemente descritto come un razzista, un populista e un fascista. Cosa mai avrà fatto per meritare tanto discredito? Semplice ha detto la pura verità.

La sera del 19 marzo, durante un’incontro elettorale presso la città de L’Aja, Geert Wilders, dopo aver paragonato il Corano al “Mein kampf” di Hitler e definito l’Islam una “religione fascista” ha arringato la folla con alcune domande, tipo:” Volete più o meno dei marocchini nella tua città e in Olanda?” La risposta, in Olanda, così come potrebbe essere in Italia, in Germania, in Francia ed in tutta quell’Europa che, nonostante lo stiano nascondendo come nei paesi scandinavi dove stanno conoscendo la vera faccia dei loro, ormai sgraditi ospiti, è stata:”No!”

Dov’è il razzismo quindi? Se difendere il proprio popolo, la propria cultura, le proprie radici storiche e religiose è razzismo, così come i buonisti di sinistra, ormai evirati psicologicamente dall’Islam, vogliono farci credere e ci indicano come tali, allora c’è da andarne fieri. Qui non si tratta di distinguere il negro dal bianco (scrivo negro poiché è italiano corretto che lo vogliate o no, ed io essendo italiano parlo l’italiano), l’asiatico dal polinesiano o il nativo americano dal groenlandese.

Qui si tratta solo di stabilire delle regole, così come le stabilisce un buon  padre di famiglia; regole che segnino il cammino per una pacifica convivenza senza prevaricazioni da  parte di persone che vorrebbero imporre i loro usi e costumi alla popolazione ospitante.

Se ora, dovesse venire a casa vostra un amico e, in qualità di ospite, cominciasse a richiedervi di cambiare il colore delle pareti, di non manifestare apertamente la vostra religione in sua presenza, se imponesse persino un radicale cambio dei vostri usi e costumi casalinghi, cosa fareste? Io, ma penso molti di voi, lo accompagnereste all’uscio e con le buone maniere, ma se necessario anche in modo più sgarbato, lo caccereste da casa vostra.

Ebbene, questa è la stessa battaglia di Marine Le Pen, di Victor Orban, di un Matteo Salvini, di Geert Wilders.

Ricordiamoci quello che è avvenuto in Olanda nel 2004, il 2 novembre 2004. Theodor Van Gogh, ve lo ricordate?  Fu assassinato il 2 novembre 2004 alle ore 8:45, nella parte est di Amsterdam. Il suo assassino, in possesso di doppia cittadinanza, marocchina ed olandese, vestito con una djellaba, giusto per rimarcare la sua appartenenza “culturale”, gli sparò otto colpi di pistola e successivamente gli tagliò la gola in pieno centro di Amsterdam per eseguire una fatwa legata alla pubblicazione del suo cortometraggio “Submission”.

Nella pancia di van Gogh, dopo l’assassinio vennero piantati due coltelli, uno dei quali tratteneva un documento di cinque pagine con minacce ai governi occidentali, agli ebrei, a Geert Wilders ed a Ayaan Hirsi Ali. Quest’ultima, di origini somale ma naturalizzata olandese, è una donna attiva politicamente, oltreché scrittrice, molto impegnata sul fronte dei diritti delle donne soprattutto all’interno della comunità islamica. Ayaan Hirsi Ali, collaborò attivamente con Theodor Van Gogh scrivendo la sceneggiatura del cortometraggio “Submission”: il titolo della pellicola è una diretta traduzione del termine “Islam” e in questo breve film si racconta delle donne maltrattate in famiglie musulmane.

Il cortometraggio riporta la storia di una donna musulmana picchiata e violentata da un proprio parente. Sul corpo di questa donna il regista fece scrivere alcuni versetti del Corano ciò che forse più di tutto avrebbe provocato l’emanazione della fatwa che avrebbe trovato parte della sua attuazione con l’omicidio del regista per mano dell’ islamico Mohammed Bouyeri.

Bene , questo è solo un episodio che riguarda la prepotenza questi ospiti in Europa, in seguito ne tratterò degli altri, Paese per Paese, al fine di stabilire chi siano i razzisti e gli intolleranti, se siamo noi o loro.

Il 25 maggio saremo chiamati alle urne per decidere se vogliamo difendere la nostra civiltà o se seguire la sottomissione (Submission) che la sinistra europea tutta ci vuole imporre.

Gian Giacomo William Faillace

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