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sabato, 20 Aprile, 2024

IL RISCHIO BAIL-IN ED ALTRO

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La notizia non si è diffusa molto, ma abbiamo assistito alla prima applicazione della normativa sul bail-in in Europa: è successo in Austria, dove il valore dei bond subordinati della Heta Asset Resolution Ag, si è azzerato, mentre i possessori delle obbligazioni senior hanno visto ridursi del 53,98% il loro valore con una dilazione della scadenza al 31 dicembre 2023. Da quest’anno sappiamo che è stata introdotta la normativa sul bail-in, che ha portato sicuramente una discontinuità rispetto al passato, quando lo Stato proteggeva i depositanti dai default degli Istituti di Credito. La capacità di assumere e gestire il rischio di un investimento è sempre contestuale: dipende da tanti fattori, in particolare dalla preparazione e dalla quantità di informazioni di cui dispongono gli investitori. In una società ideale dove vige la totale trasparenza ed in cui tutti dispongono di competenze finanziarie elevatissime, è ovvio che ognuno può badare a se stesso e assumere di conseguenza qualsiasi rischio di investimento in piena consapevolezza. Ma la realtà è un’altra e raramente i risparmiatori hanno competenze sufficienti, e quasi mai dispongono di informazioni necessarie. Ebbene, chi dispone oggi di queste competenze e di tali informazioni? Sicuramente le figure professionali che fanno della gestione del risparmio il loro core business e che non dovrebbero farsi trovare impreparate in caso di bail-in. Chi rischia invece il proprio patrimonio è il “risparmiatore fai da te” che spesso non ha la preparazione sufficiente e, soprattutto, anche colui che non desidera rischiare e che avrebbe diritto, in base al principio costituzionale (ormai svuotato di significato), di veder tutelato il proprio risparmio. E può capitare che i risparmiatori vengano colpiti in modo indiscriminato, anche quelli meno propensi al rischio. Stavolta è toccato ai risparmiatori austriaci. Chi saranno i prossimi? Nell’arco degli ultimi anni di queste situazioni se ne sono viste diverse per questo è bene che il risparmiatore si muova con estrema oculatezza (meglio se si affida ad un serio consulente). Oggi riscontriamo molta ansia sui mercati principalmente per le notizie e le preoccupazioni derivanti dalla cosiddetta Brexit, simile a quello che l’anno scorso era il problema Grexit, ovvero l’uscita della Grecia dall’Europa. Se a questo aggiungiamo il non rispetto della regolamentazione Schengen, una deflazione che tanto preoccupa la Bce, il Quantitave Easing, i problemi derivanti dalle immigrazioni, i nuovi scenari di sofferenza che colpiranno a breve ancora la Grecia e la crescita dei consensi per partiti e formazioni politiche euroscettiche, dobbiamo sicuramente valutare con più attenzione il futuro, in particolar modo il futuro dei nostri risparmi. Ci troviamo in un sistema bancario globale che è molto debole, che favorisce di più la finanza che l’economia, ma che potrebbe essere travolto dall’incertezza, ovvero dal nulla, più che dal concreto. Insomma, siamo circondati dal Grexit, dal Brexit, dallo stampaggio di carta, dall’Isis, dai muri austriaci, dai migranti con arrivi sempre più numerosi, da una crescita molto bassa e da banche, non solo italiane, in disastrose situazioni. Che cosa dobbiamo fare? La risposta è una sola. Dobbiamo provvedere con oculatezza a difendere quanto faticosamente accantonato cercando possibilmente di affiancarci a figure e strutture professionali serie e riconosciute, prive di conflitti di interesse e che mettano al centro gli interessi dei clienti.
Giovanni Maiorano
Azimut Wealth Management
giovannimaiorano@lacritica.org

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