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venerdì, 29 Marzo, 2024

… E DOPO? IL TURISMO IN ITALIA POST PANDEMIA: QUALE FUTURO

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di Fabiola Favilli

Questa volta scrivo con il duplice ruolo: giornalista e guida turistica. Come tutti sono rimasta con il fiato sospeso quando il 9 marzo sono state bloccate tutte le attività. Poi nei giorni successivi un rapido accumularsi di notizie: la pandemia, il numero degli ammalati in costante crescita, i morti.. lo sgomento ed alla fine la certezza che il nostro amato lavoro per quest’anno non tornerà, o non sarà come prima.

Musei, fondazioni e guide turistiche hanno arricchito i social con magnifiche immagini dei nostri beni culturali, con video attraverso i quali hanno illustrato la storia e le caratteristiche di monumenti ed opere d’arte, e credo che abbiano fatto un lavoro encomiabile. Chiunque infatti, anche chi non ha questo tipo di background, si è incuriosito; qualcuno ha programmato, a quarantena conclusa, di fare una visita in una città od a un museo della cui bellezza è rimasto affascinato proprio grazie a ciò che è stato divulgato in questo periodo. Altri si sono commossi di fronte allo splendore delle immagini di ogni remoto angolo d’Italia, che ha svelato i suoi segreti e le curiosità grazie alle parole di coloro che hanno scelto di vivere di questa meraviglia.

Già: scelto. In realtà posso testimoniare che chi è guida non ha scelto, in realtà non ha potuto fare a meno di scegliere. Succede a tutti noi così: si tratta di amore. Un amore così profondo per l’arte, la storia ed il territorio che non si può trattenere dentro di sé; e allora si superano timidezza, fatica, nottate sui libri per approfondire un tema, si fanno giri prova tante volte calcolando i tempi per la percorrenza e per le spiegazioni e ci si specializza apprendendo lingue e tecniche comunicative. La libera professione si sa, è spesso rischiosa e comporta una serie infinita di incombenze e doveri di ambito fiscale; poi c’è l’autopromozione, il marketing, e spesso lunghe trafile per farsi pagare dalle agenzie di viaggi. Non ci abbandona mai lo scrupolo che chi visita con noi un luogo viva un’esperienza che sia un giusto mix di cultura e divertimento, che non si annoi e si senta stimolato, esercitando costantemente non solo memoria ed abilità comunicative, ma soprattutto la sensibilità verso chi si ha davanti. Non conosco nessuno che svolga questo mestiere perché rappresenta una seconda scelta: in 23 anni di lavoro non ho mai incontrato nemmeno uno di noi che non si sentisse guida dentro, aldilà dei risultati professionali che ottiene. Si tratta quindi di una vocazione, ed in questo mese le guide hanno mostrato con concretezza ed eleganza quanto amore le leghi all’Italia e di quale enorme bagaglio culturale sono portatrici.

Circa 20.000 professionisti che oggi sono completamente privi del proprio lavoro e consapevoli che probabilmente il turismo sarà l’ultimo settore a ripartire dopo lo sconvolgimento causato dal Covid-19: ci saranno meno risorse economiche disponibili per le vacanze e soprattutto ci sarà tanta paura. Come potrà un intero gruppo ammirare un quadro in un museo se la distanza di un metro uno dagli altri sarà, anche d’istinto, mantenuta? Come spostarsi su bus e traghetti senza rischiare di stare troppo vicini? Come parlare per ore indossando una mascherina, specialmente quando il caldo si farà sentire? Nonostante i buoni propositi di tanti italiani il turismo interno stenterà a ripartire, e purtroppo siamo sicuri che quello dall’estero subirà un lungo stop: la nostra professione non è mai stata così in crisi.

Una volta superato questo oscuro periodo è auspicabile che le Regioni, cui spetta la competenza dell’ambito turistico, insieme allo Stato ed alle amministrazioni locali provvedano con estrema solerzia ad attivare strategie volte a rilanciare il comparto, coinvolgendo chi è in prima linea come le guide. Nella maggior parte dei casi il contatto con la guida avviene molto prima dell’arrivo nella località da visitare; grazie alla loro consulenza le agenzie ed i privati organizzano tour e visite appaganti e culturalmente rilevanti, la cui qualità porta grandi benefici all’immagine dei territori ed indotto per il comparto museale e recettivo. Sarà quindi indispensabile che, nella necessaria riorganizzazione del sistema turistico, la politica e la pubblica amministrazione avvino una virtuosa collaborazione con i professionisti deputati ad accogliere i turisti, intercettare i loro bisogni e le tendenze dei loro flussi.

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